Il lungo elenco dei distributori cancellati

Per riempire il serbatoio un tempo bastava percorrere poche centinaia di metri da casa, per trovare un distributore aperto. Erano tanti gli impianti disseminati in città e in periferia, tra pompe piccole o stazioni più grandi e strutturate. Con gli anni molti, moltissimi, sono scomparsi, con il risultato che per fare il pieno spesso bisogna spostarsi per chilometri, con il rischio magari di restare “a secco”.
La lista dei distributori chiusi, dismessi da anni, ormai completamente smantellati è lunghissima: restano ancora nella memoria di molti triestini, e tra questi il ricordo va spesso a quelli più piccoli, dove il gestore diventava un amico, un persona da cui ci si riforniva abitualmente, un servizio di prossimità che, al pari di negozi e altre realtà di vicinato, è andato lentamente sparendo. Non esistono più distributori in via Giulia, viale d’Annunzio o in piazza Oberdan. C’è chi ne ricorda quattro nella sola periferica via Baiamonti. E ancora erano presenti in via Angeli, largo Roiano, via Piccardi, via Forti, piazza Sansovino, piazzale San Giacomo, piazzale Cagni, via di Servola, via dell’Istria, via Carducci, via Revoltella, Rotonda del Boschetto, Scala Bonghi e largo Barriera. Uno molto grande si trovava in piazza Libertà. Poco distante, vicino alla stazione dei treni, un altro, più piccolo. L’arteria cittadina dove ci si poteva fermare in vari punti per il carburante erano le Rive, con gli impianti dislocati dalla stazione ferroviaria fino a Campo Marzio. Per chi si dirigeva a Barcola poi o semplicemente utilizzava la via per uscire da Trieste, i benzinai dove fermarsi non mancavano.
C’è chi ricorda anche due grandi distributori a Muggia, oltre ai tanti sull’altipiano. L’elenco si perde, tra chiusure avvenute oltre vent’anni fa e altre più recenti. Ovunque le pompe inutilizzate sono state tolte, le aree bonificate e non c’è ormai alcun segno della passata attività. In qualche caso sono diventate parcheggi, in altri semplici spazi lasciati vuoti. Con i vecchi impianti sono spariti anche i vecchi benzinai, che i triestini ricordano nei piccoli gesti quotidiani. All’erogazione del carburante si affiancava spontaneamente qualche controllo al mezzo, consigli sulla manutenzione, una routine consueta per tanti, abitudini rimpiazzate da distributori self service o personale ridotto, che spesso deve fare a meno di quelle piccole accortezze per questioni di tempo. Ma la situazione è uguale in tutta Italia, migliaia di distributori hanno chiuso i battenti, ci sono pure piccole città e paesi rimasti sprovvisti di stazioni dove fare rifornimento, dati negativi ai quali si aggiungono storie di vita, che raccontano di gestori schiacciati dalla crisi, costretti a chiudere a malincuore dopo decenni di lavoro. (mi.b.)
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