Il materiale di risulta è diventato un rifiuto

Sono pietre, detriti, risultato di scavi e depositi. Sono quanto rimane, un ricordo evidentemente piuttosto sgradito, dell’intervento per la realizzazione dell’impianto di risalita al castello rimasto fermo per una vita, risultanze di cantiere che oggi non sono più utilizzabili per il proseguo dei lavori e che dunque devono essere smaltite per lasciare posto a operai e mezzi che completeranno finalmente l’atteso ascensore. Spariranno presto, visto che il Comune ha dato il via al percorso per l’affidamento dei lavori di carico, trasporto e smaltimento in un centro autorizzato del materiale depositato negli spazi del cantiere, per un investimento complessivo di 96.829 euro (somma a base d’appalto, Iva esclusa).

L’impresa che si occuperà dell’intervento verrà scelta, come da possibilità concessa dalla legge, tramite affidamento diretto, attraverso la valutazione di un minimo di tre preventivi di operatori economici abilitati e iscritti alla piattaforma E-appalti Fvg. L’aggiudicazione avverrà con il criterio dell’offerta con prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara. Il cumulo di rocce da scavo e detriti derivanti da opere di costruzione e demolizione (parliamo di circa 2.800 metri cubi complessivi, e di materiale che le analisi effettuate hanno chiarito non essere pericoloso) si trova proprio a poca distanza dal castello e nei pressi del cantiere per l’ascensore, da quando la ditta allora impegnata nei lavori, la Edilramon-geosistema, aveva interrotto le operazioni, prima del fallimento e della risoluzione del contratto. Oggi quei materiali non sono riutilizzabili, anche per il lungo tempo trascorso, e per questo dovranno essere smaltiti in appositi centri di recupero. –

M. B.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo