Il mecenatismo non abita a Trieste, Flop dell’Art Bonus

TRIESTE L’arte chiama, Trieste - al momento - non risponde. A quattro anni dall’entrata in vigore dell’Art Bonus - il sistema di incentivi fiscali in favore di privati, enti o società che decidono di fare delle elargizioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo voluto dall’ex ministro Franceschini e che garantisce un credito d’imposta pari al 65% della donazione, detraibile in tre anni - sembra non scaldare il cuore dei triestini, non molto propensi a metter mano al portafogli se si tratta di donare qualche soldo per lavori di restauro e manutenzione di beni culturali pubblici o per sostenere l’attività di fondazioni liriche o teatri.
Su dodici interventi disponibili in città, solamente quattro finora hanno attirato l’attenzione dei moderni mecenati. Per gli altri otto, alla voce “erogazioni ricevute”, campeggia un desolante zero. A fare la parte del leone è la Fondazione del Teatro lirico Verdi che dal 2015 a oggi ha ricevuto in donazioni 1.245.400 euro (a fronte di costi per gli interventi di 60.043.810 euro) arrivati soprattutto, però, da imprese, come Genyalloyd (250 mila euro); da Assicurazioni Generali (170 mila); Fincantieri (35 mila) e Fondazione CRTrieste (315 mila), la “cassaforte” della città. Venti in tutto, invece, i privati cittadini in campo per il sostegno alle attività istituzionali per il 2018 - per garantire l’esecuzione delle attività liriche, sinfoniche e di balletto - con donazioni dai mille ai 2.500 euro ciascuno. Quasi 350 mila euro la cifra raccolta quest’anno: ben lontana dal traguardo dei 15 milioni che la Fondazione si era data.
Sui 16.430.290 euro utili al restauro dell’ex ospedale militare per la sua trasformazione in residenza per studenti universitari, ne sono arrivati 949.616. Tutti dalla Fondazione CRTrieste. Al terzo posto in città, tra gli interventi maggiormente finanziati, si piazza l’ala destra delle ex scuderie del castello di Miramare, progettate dall’ingegner Carl Junker su incarico di Massimiliano d’Asburgo tra il 1856 e il 1860. La raccolta, chiusa, anche qui è stata possibile grazie ai 35 mila euro dati dalla Fondazione Cassa di Risparmio.
Cinquemila ne ha raccolti, invece, il Civico Museo di Storia Naturale, per sistemare le proprie collezioni ittiologiche. Soldi arrivati sempre da CRTrieste.
Non sta andando così bene, invece, la raccolta fondi per gli altri otto tra teatri, opere d’arte, musei, archivi che si possono finanziare tramite lo strumento dell’Art Bonus. Per il sostegno alle attività del 2018 il Teatro Stabile La Contrada ha aperto una raccolta, all’inizio del mese: 20 mila euro l’obiettivo fissato, zero finora le elargizioni ricevute.
Dall’ottobre 2017 è aperta una raccolta fondi per la verniciatura dei cancelli nel parco del museo storico di Miramare. Centoventimila euro il costo complessivo, ma la voce “entrate” non si schioda ancora dallo zero. Stesso dicasi per il restauro dei sei cannoni nel parco del castello, dono di Leopoldo I re dei Belgi – padre di Carlotta, sposa di Massimiliano d’Asburgo. Costo dell’intervento: 30 mila euro.
Quindicimila ne servono invece per restaurare il pianoforte di Massimiliano e Carlotta, sempre a Miramare. Lo strumento, databile alla metà del XIX secolo, in legno di abete con elementi decorativi in metallo e avorio, fatto realizzare a Vienna, necessita di revisione e accordatura.
Anche l’Archivio fotografico - più di 20 mila tra negativi e stampe - avrebbe bisogno di un intervento di conservazione e digitalizzazione. Ottantacinque mila gli euro necessari. La raccolta, aperta il 13 dicembre 2017, è ferma però ancora a quota zero.
Idem per il restauro e la ricomposizione di una statua marmorea raffigurante una figura femminile rinvenuta all’Antiquarium (costo 5 mila euro, zero erogazioni). Così come per il restauro dei rilievi e delle iscrizioni dalla Grotta del Mitreo, a Duino Aurisina. Raccolta aperta il 18 gennaio di quest’anno, costo previsto 16.500 euro, nemmeno un centesimo ricevuto.
Due gli interventi lanciati a favore del Teatro Stabile Sloveno: sostegno all’attività della stagione 2017/2018 (100 mila euro il costo previsto) e quasi 61 mila euro per acquisto attrezzature. Entrambe le raccolte ancora al palo.
Altro teatro che non sta riscuotendo particolare successo è il Rossetti, lo Stabile del Friuli Venezia Giulia. La raccolta lanciata a maggio per l’acquisto di una consolle per l’impianto luci (18.756 euro) è stata chiusa senza aver racimolato un euro. Quella per sostenere la stagione 2017/2018 (290 mila euro) è ancora in corso, ma le donazioni latitano.
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