Il mezzo secolo di Renzo nel suo Peon a Turriaco e la dinastia Spanghero

Gestita dalla famiglia senza soluzione di continuità dal lontano 1767 ha visto nel corso degli anni tutti i figli rientrare nello storico locale 
Laura Blasich
Bonaventura Monfalcone-02.09.2021 50esimo anniversario-Peon-Turriaco-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-02.09.2021 50esimo anniversario-Peon-Turriaco-foto di Katia Bonaventura

LA STORIA

TURRIACO

Nel locale che i Spanghero gestiscono a Turriaco senza soluzione di continuità dal 1767 adesso ci sono i figli Davide e Ilaria, ma Renzo al Peon resta di casa, come la moglie Ariella peraltro, a mezzo secolo di distanza da quando assunse la guida della storica trattoria, un punto di riferimento per chi ama la buona cucina nell’isontino e oltre.

Eppure, come racconta, non era per nulla scontato che seguisse le orme del padre Ettore, erede a sua volta di generazioni di osti. Da giovane, mentre il padre portava avanti l’attività di ristorazione, si era recato in Svizzera per fare meccanico tornitore. «I primi mesi non sono stati semplici – ricorda Renzo –, ma il papà mi stimolava ad andare avanti. Io non pensavo ancora all’osteria e, stringendo i denti, ho cercato di mantenere fede al mio impegno. Nel contempo, però, davo una mano a persone che avevo conosciuto lì e che avevano dei locali di ristorazione». Renzo spiega come, a un certo punto, si rese conto che quel mestiere lui ce lo aveva nel sangue. Tanto da rientrare definitivamente dalla Svizzera nel 1971, decidendo di riprendere in mano l’attività di famiglia. Nel frattempo il padre era venuto meno, nel 1966, e il locale era passato alla figlia Vittoria. Renzo con coraggio rinnovò tutta l’osteria per aprire in meno di sei mesi ai suoi avventori.

«Qui, nel bene o nel male – racconta – ognuno si è ritagliato nel corso del tempo il suo nome: la gente diceva “’ndemo lì de Ettore”, “lì de la Romana”, “lì dei Spangari”. Per la mia gestione si parla del “Peon” e a giugno, precisamente l’8, sono trascorsi 50 anni precisi dal momento in cui ho preso in carico ufficialmente questo lavoro, dal momento in cui esso mi ha chiamato». Renzo Spanghero spiega di aver sempre cercato di dare lavoro a gente del posto, sia nel momento della ristrutturazione, sia come aiuto lavoranti. Fondamentale, però, l’aiuto ricevuto dalla famiglia. «Mio cognato Bruno, concluso il suo lavoro, veniva a darmi una mano – sottolinea –, e poi l’aiuto ricevuto da sua moglie, e mia sorella Vittoria, da mia moglie Ariella e, ora, dai nostri figli, Davide e Ilaria che, dopo aver intrapreso i loro percorsi di studi e lavoro, hanno deciso, come ho fatto io, di tornare qui e portare avanti ancora questa nostra creatura».

Si emoziona Renzo che, pur avendo lasciato ai figli la conduzione della trattoria in quell’idea di famiglia alla quale tiene molto, rimane sempre una persona di riferimento per i clienti affezionati e per la comunità intera, tassello importante di una storia che affonda le radici nella seconda metà del Settecento. Stando ai documenti studiati da un altro Spanghero, il cultore di storia locale Alberto Vittorio, quando il territorio di Monfalcone è ancora sotto la Repubblica di Venezia, un certo Valentino Spangher risulta essere l’oste di un’osteria a Turriaco, posta sulla strada “par San Piero”. Un’attività che poi ha vissuto tutte le trasformazioni politiche ed economiche dell’area, dalla caduta della Repubblica di Venezia all’arrivo di Napoleone, dall’impero austroungarico al passaggio al Regione d’Italia, dal Ventennio alla ricostruzione del secondo dopoguerra. —



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