Il mistero della chiesetta di San Mauro

A metà dell’Ottocento si scatena nel Goriziano un’epidemia senza precedenti che conosce il suo culmine nel 1854. I morti sono a migliaia e pure a San Mauro, nonostante la località sia defilata rispetto al centro abitato, è una strage. Le vittime sono decine e i corpi non ci stanno nel piccolo cimitero. Così le autorità decidono di scavare una fossa comune di interrare lì i poveri resti. Dov’è questa fossa comune? Antichi documenti fanno riferimento alla località Draga specificando che si trova sotto alla chiesa. Ed è qui che comincia il giallo. Quale chiesa? La cappella gentilizia del cimitero o la chiesetta di San Mauro che dista in linea d’aria cento metri in direzione nord-est è sta su un cucuzzolo tra le località Castello e Villa Vasi, ai piedi della rampa del monte Sabotino?
Questa chiesa non c’è più. Dopo la Prima guerra mondiale, sarebbe potuta essere restaurata ma la si è lasciata nell’incuria. Ora non ci sono più tracce. Il tenente colonnello Gavocchi, nel suo diario della Grande guerra combattuta sul Sabotino scrive: “Risaliamo poi alla chiesetta, posta di fianco alle poche case sparpagliate, ma più in alto, e col campanile ancora intatto. La chiesetta è deserta. In un angolo della mistica chiesuola vi è un Harmonium di buona costruzione e in ottimo stato”.
La cappella del cimitero risale ai primi del Cinquecento. Era un edificio lungo circa 15 metri e largo sette nella parte più ampia. Davanti all’attuale cappellina c’è uno spiazzo verde dove stranamente non ci sono tombe perchè sotto terra ci sono i resti di lapidi e delle mura del sagrato della chiesa.
La prima notizia ufficiale del cimitero di San Mauro risale al 1570. Viene citato nella relazione che l’abate Porcia effettua nella nostra zona, stanando altrove sacerdoti libertini e situazioni a dir poco incresciose in certe pievi. Nel 1593 fa tappa al nostro camposanto in visita pastorale pure il patriarca di Aquileia, Barbaro.
Accanto alla chiesa, sul lato verso il Sabotino c’era un possente campanile spazzato dalle granate delle battaglie sul Sabotino. La costruzione era possente e antiche immagini lo confermano: i due lati misuravano quattro metri e dieci centimetri per quattro metri e 18 centimetri. Era alto circa otto metri e in origine, probabilmente, era una torre di avvistamento. Sul lato destro appena varcato il cancello c’erano delle tombe delle quali ora non c’è traccia. Probabilmente ci sono ancora resti scheletrici. Perché non recuperarli e assicurare degna custodia?
La cappella gentilizia e l’adiacente torre-campanile potrebbero essere stati innalzati dalla famiglia Neuhaus di cui si hanno notizie del dominio dei territori di San Mauro già del 14° secolo. Storia controversa quella della famiglia, che nel corso dei secoli è stata poi soppiantata dalla famiglia Fonzari, anch’essi possidenti. I Fonzari si sono estinti a San Mauro con Ida morta il 28 maggio 1910. La sua tomba è celata da una siepe davanti all’attuale cappella-magazzino. Pure dei Neuhaus c’è traccia nel piccolo camposanto. È quella di Antonio Nehaus “che visse 81 anni 5 mesi 17 giorni”. Tanta meticolosità la dobbiamo al figlio, Giacomo, che “dolente pose la lapide il 4 giugno 1586 e quando il destino vorrà per se e i posteri”.
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