Il partito delle bici si sfoga: «Non ci sentiamo tutelati»

«È doveroso rispettare le regole, ma tutti devono anche essere messi nelle condizioni di rispettarle, in piena sicurezza». Lo sfogo, idealmente a nome di tutti i ciclisti goriziani, è del referente della sezione del capoluogo della Fiab-Bisiachinbici Marco Cumar, e arriva dopo il “giro di vite” nei controlli sui ciclisti indisciplinati in città annunciato dal sindaco Rodolfo Ziberna.
La riflessione di Cumar parte da un punto fermo. «Sul fatto che il codice della strada vada rispettato non c’è il minimo dubbio, questo deve essere chiaro - dice -. Vale per gli automobilisti, i motociclisti e, ovviamente, anche i ciclisti. Sta passando però l’idea che un po’ tutti coloro che si muovono sulle due ruote sono dei fuorilegge, e non è assolutamente così. Inoltre va anche detto che tra lavori in corso, progetti riusciti a metà e rivoluzione del traffico a Gorizia le piste ciclabili scarseggiano, ed è un eufemismo: di conseguenza, per chi si muove in bicicletta, non solo per piacere ma anche per necessità, non sempre è facile rispettare le regole».
Il riferimento di Cumar va, ad esempio, a chi per evitare di dover fare i conti con automobilisti non sempre attenti alle esigenze dei ciclisti, percorre per alcuni tratti i marciapiedi o i controviali del corso dove non ci sono ancora (o non ci sono più) le corsie riservate alle due ruote. «Io uso la bici ogni giorno, da anni, per andare a lavorare - dice ancora Cumar -, e ogni giorni prego di non trovarmi di fronte uno sportello spalancato all’ultimo momento, o di non subire un sorpasso troppo azzardato e ravvicinato. Per non parlare delle difficoltà che tutti coloro che si spostano come me in bici devono affrontare nelle rotonde, che ovviamente non sono a misura di ciclista. Tutto questo per dire che se è giusto spendersi per il rispetto delle regole, è altrettanto doveroso tutelare chi sceglie un mezzo di trasporto ecologico, che andrebbe incentivato, e non certo demonizzato o punito».
Evidentemente la sensazione di sfiducia verso la possibilità di scegliere la bici come mezzo alternativo all’auto, a Gorizia, è comune a più persone di quanto si creda, visto che, a sentire i professionisti del settore, il mercato è piuttosto fermo. «Quest’anno non si vende, lo scorso le cose andavano meglio, non so dire bene il perché - spiega Marco, del negozio Go Bike di via Cascino -. Credo incidano tanti fattori, dal meteo alla condizione delle strade, fino alla crisi. Riparazioni? Dipende, ci sono giorni pieni e altri totalmente vuoti».
Il giovane Roberto, del negozio Cicli Buz di via don Bosco ripara una decina di bici al giorno, in media «anche perché la gente oggi tende a sistemare quelle vecchie, non avendo i soldi per comprarne di nuove», spiega. «I guasti più frequenti sono forature e danni ai copertoni o ai cerchi - continua -, spesso causati dalle condizioni delle strade, di cui i ciclisti si lamentano».
«Il mercato delle biciclette nuove è piuttosto bloccato, ma il lavoro per le riparazioni non manca - spiega poi Giacomo Rogantini, storico meccanico del negozio Cicli Cuk di piazza Cavour -. Capita di dover sistemare anche una ventina di mezzi al giorno, dalle banali forature ai sellini, dalla mountain bike alle bici da città». Giacomo racconta poi delle preoccupazioni di diversi suoi clienti. «Oggi la gente, e in particolare le famiglie con bambini, ha un po’ di paura di mettersi in strada in bici - spiega -, c’è traffico e manca una rete di piste ciclabili adeguata».
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