Il percorso della memoria di Luigi Alfonso

Il Principe di Borbone, successore di Carlo X, ricevuto in Municipio: «Città fedele alla nostra famiglia». Un itinerario turistico
Di Alex Pessotto
Bumbaca Gorizia 18.02.2017 Principe Luigi di Borbone in Comune © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 18.02.2017 Principe Luigi di Borbone in Comune © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Il principe Luigi Alfonso di Borbone, successore di Carlo X, attuale capo della Casa Borbone e pretendente al trono di Francia con il titolo di Luigi XX, è giunto in città. L'occasione, voluta dalla contessa Carolina Levetzow Lantieri, ha naturalmente permesso di ripercorrere il legame tra i Borboni e Gorizia. In municipio, il principe è stato accolto dal sindaco Ettore Romoli.

«La presenza dei Reali di Francia è un momento molto importante nella storia di Gorizia - ha detto il primo cittadino - visto che si tratta di una presenza molto forte e che si sente ancora. Nel 2001 il Comune aveva realizzato un itinerario per ricordare questa presenza. Ora, grazie ai fondi Pisus l'itinerario transfrontaliero sarà valorizzato».

Nel 2001, infatti, millenario di Gorizia, il sindaco Valenti con l'assessore alla Cultura Antonio Devetag aveva realizzato un itinerario cartaceo per ricordare la presenza nel territorio di Casa Borbone. Ora, la nuova app del Comune (realizzata con Fondi Pisus) consentirà di meglio conoscere tale itinerario, e, quindi, di valorizzarlo. A tale lavoro di valorizzazione contribuisce anche la Fondazione Coronini Cronberg.

La storia è nota: nel 1832, re Carlo X sceglie Gorizia come meta del suo esilio. A Palazzo Coronini muore di colera il 6 novembre 1836. È ora sepolto nel monastero francescano della Castagnavizza. Palazzo Coronini fa quindi parte dell'itinerario e non è un caso che ieri, dopo l'incontro in municipio, il principe abbia voluto visitare la storica dimora dove c'è una stanza intitolata proprio a Carlo X. Ma, nell'itinerario rientrano anche altri ambienti connotati dalla presenza borbonica. Palazzo Strassoldo (oggi sede del Grand Hotel Entourage) ha ad esempio ospitato per più di un decennio la famiglia reale. E a Palazzo Strassoldo spirò Enrico V; le sue esequie partirono da Palazzo Lantieri dove si erano riuniti i parenti del defunto giunti a Gorizia per la solenne cerimonia.

A Palazzo Lantieri, inoltre, sua moglie, Maria Teresa d'Asburgo-Este, trascorse gli ultimi anni di vita. Dell'itinerario, oltre ai Palazzi Coronini, Strassoldo e Lantieri, fanno parte anche Villa Attems Boeckmann e la Castagnavizza le cui cripte contengono le spoglie non solo di Carlo X ma anche di altri esponenti della Casa di Borbone. Oggi, la visita del principe Luigi Alfonso proseguirà proprio nel monastero. In municipio, oltre a lui, al sindaco Romoli e alla contessa Lantieri, c'erano anche il sindaco di Nova Gorica, Matej Arcon e Don Alessio Stasi, invitato in qualità di storico. Romoli ha donato al principe alcuni volumi su Gorizia, ricambiato da una medaglia in bronzo con l'immagine di Carlo X. «È per me una grande gioia poter commemorare l'anniversario della morte di re Carlo X nella città di Gorizia, così fedele ai Borboni - ha detto ieri il principe, leggendo un suo scritto in francese prontamente tradotto dalla contessa Lantieri -. La vostra città può onorarsi di essere senza dubbio quella, in Europa, che più di altre è stata caratterizzata dalla presenza, per quasi mezzo secolo, di principi e principesse della mia famiglia. Ma alla presenza fisica bisogna aggiungere quella della memoria e del ricordo che rimangono sempre vivi. Così, ogni anno in molti giungono dalla Francia per visitare i luoghi dell'esilio». E ancora: «Avete accolto ieri Carlo X, il duca e la duchessa dì Angoulême, il Conte di Chambord e la sua sposa, la duchessa di Parma nata Principessa di Francia. Il ricordo degli uni e degli altri è ovunque presente in città. I loro corpi riposano in pace nel convento della Castagnavizza. Oggi voi mi accogliete come ieri avete accolto mio padre. Se la vostra città resterà fedele ai Borboni, i Borboni resteranno fedeli a Gorizia e dopo di me i miei figli verranno un giorno a visitare i monumenti che onorano la città e si ricorderanno dell'esilio di Saint-Denis». Era, un tempo, la Castagnavizza denominata "la piccola Saint-Denis". Pare sia stato lo stesso Carlo X, colpito dalla vista magnifica del santuario, ad aver espresso il desiderio di volerlo come sua ultima dimora.

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