Il pianeta wellness non conosce crisi a Trieste: palestre cresciute del 47% in 5 anni

TRIESTE L’economia del wellness, e dell’attività fisica in generale, a Trieste non conosce crisi. Anzi cresce e si rafforza. Dal 2014 ad oggi il numero di imprese private che gestiscono palestre o strutture che si dedicano al benessere e allo sport è passato da 70 a 103, ben 33 in più. Una crescita del 47%, con il rapporto di una palestra ogni 2.275 residenti. Una concentrazione significativa, valutando che la nostra è la provincia più piccola di Italia e che, ad esempio, in quella di Udine, estremamente più ampia, si contano 227 imprese che gestiscono palestre o comunque realtà che si dedicano al fitness, una ogni 2.329 residenti. In regione, secondo i dati indicati da Unioncamere, le imprese impegnate su questo fronte sono 460, ben 81 in più rispetto al 2014.
Pesistica, corsi di yoga, pilates, spinning, aerobica, zumba, arti marziali, ginnastica dolce o più impegnativa, per chi intende scolpire il proprio corpo o per chi vuole solo restare in forma divertendosi. Si tratta di un fenomeno economico in controtendenza, se si considerano le tante imprese che in città annualmente chiudono, e giustificato da un cambiamento dello stile di vita dei triestini, da sempre attenti alla forma fisica, appassionati di sport, ma da alcuni anni impegnati in modo più concreto e organizzato. Il cliché di un tempo, con le palestre affollate di culturisti, dove si puntava tutto sulla ricerca della perfezione del corpo, ha lasciato spazio ad un modo meno convenzionale di fare attività fisica, indicato a tutti. «Io ho aperto la mia prima palestra nel lontano 1983 - racconta Fulvio Alberi, titolare dell’Aquarium Club - e fino a 20 anni fa queste strutture non venivano sempre viste di buon occhio, e considerate luoghi per fanatici. Ora, l’edonismo e gli stereotipi, hanno lasciato spazio ad attività per il benessere psico-fisico, così il numero di persone che frequenta le palestre o comunque realtà affini, è aumentato. E, di pari passo, anche le imprese del settore».
In città sono presenti palestre di dimensioni più importanti, ma pure realtà piccole, senza particolari attrezzi che si dedicano ai corsi a corpo libero. Nel tempo hanno allungato gli orari, alcune sono aperte anche domenica. Le strutture aperte soprattutto in centro città si popolano anche all’ora di pranzo: molti infatti trascorrono la pausa dal lavoro sui tapis roulant. Tra loro impiegati, manager, commesse che approfittano di un’ora libera per dedicarla al loro benessere fisico. E se da un lato c’è la caccia all’abbonamento più conveniente, dall’altra che l’interesse per le proposte di fascia alta, senza contare che c’è chi, per rendere più efficace e mirato il suo allenamento, si fa seguire da un personal trainer.
Ad investire in questo comparto, anche a Trieste, ci sono pure diverse donne. Come Martina Baldas, laureata in scienze motorie e titolare della palestra Gymnica dove, dalle 9 alle 21, si alternano ininterrottamente corsi frequentati nella maggior parte dei casi da donne: musica a palla e via con lezioni di pilates oppure cardio fitball, piloxing o zumba. «Analizzando nello specifico il pianeta donne, anche se in palestra ovviamente vengomo pure uomini - valuta Baldas -, la platea che frequenta i corsi è diventata certamente molto più ampia, e le lezioni diventano sempre di più un momento di complicità e non più di semplice sforzo fisico. Ai nostri corsi partecipano persone di tutte le età, e tra loro si instaura spesso un rapporto di amicizia e di supporto alle ultime arrivate, che magari hanno bisogno di un po’ di tempo per ingranare». –
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