«Il porto di Trieste è il crocevia del Corridoio Baltico-Adriatico»

Lo sostiene il presidente della commissione trasporti della Ue Brian Simpson in visita alle nostre strutture. In arrivo fondi europei se ci saranno collegamenti con Capodistria
Di Ferdinando Viola

Trieste città di cerniera, non più di confine. E investire sulle sue infrastrutture, il porto in particolare, è essenziale non solo per il capoluogo giuliano ma per tutta la regione e per l’Europa. Per questo motivo risulta di estrema importanza, come ha sottolineato il viceministro dei Trasporti, Mario Ciaccia, «che Trieste sia a pieno titolo inserita nel più ampio contesto della strategia dei Corridoi europei rivolti a favorire la mobilità delle persone e delle merci lungo le direttrici Nord-Sud ed Est-Ovest dell’Europa. Far parte del “core network” europeo è infatti un’opportunità per la crescita e la coesione». L’intervento del rappresentante del governo italiano era rivolto a Brian Simpson, presidente della Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo che ieri era a Trieste con i componenti della Commissione, prima tappa di un tour italiano che toccherà anche Venezia, Verona e Milano. Assieme a Simpson erano presenti, tra gli altri, gli europarlamentari italiani Antonio Cancian (Ppe), Carlo Fidanza (Ppe) e Debora Serracchiani (S&d).

Una giornata intensa: in poche ore visita in Regione, sopralluogo (dal mare) alle strutture del porto e convegno nella sede dell’Ince (Iniziativa Centro Europa) per discutere di progetti, insediamenti infrastrutturali e trasporti in Friuli Venezia Giulia. E soprattutto, da parte di politici, amministratori e dirigenti, convincere l’Europa sulla necessità che i finanziamenti previsti nei prossimi sette anni arrivino anche qui. Ma a raffreddare eventuali entusiasmi ci ha pensato subito Alain Baron, direttore delle Ten-t della Dg trasporti della Commissione europea: i fondi non sono infiniti, andranno a progetti nuovi ma soprattutto a infrastrutture esistenti che hanno bisogno di manutenzione.

La Regione con il presidente Renzo Tondo ha motivato la richiesta illustrando le caratteristiche peculiari del Friuli Venezia Giulia: «La sua autonomia speciale - ha sottolineato Tondo - la sua storia e la sua posizione geografica la rendono una straordinaria piattaforma logistica al servizio dell’Europa». Concetti espressi anche negli interventi del sindaco Roberto Cosolini e della presidente Bassa Poropat che hanno confermato la coesione delle istituzioni attorno ai progetti delle grandi infrastrutture, il porto e i collegamenti ferroviari che a Trieste sono la nota dolente.

E proprio per quanto riguarda il porto di Trieste, la Commissione ha potuto rendersi conto direttamente delle sue strutture a bordo di una motovedetta messa a disposizione dalla Capitaneria. Ad accompagnare gli ospiti non c’era la presidente dell’Autority, Marina Monassi che doveva poi partecipare anche a un dibattito promosso dall’Ince. Era fuori Trieste, hanno detto dalla sua segreteria. Se fosse stata presente avrebbe potuto ascoltare, ed eventualmente commentare, le parole di Simpson: «Uno dei progetti principali su cui puntare è il collegamento tra i porti di Trieste e Capodistria. Ero in Slovenia due settimane fa e loro sono interessati a parlare con l’Italia per capire come farlo, perchè vedono il collegamento come un modo per far parte del Corridoio Baltico-Adriatico». «Voi siete - ha aggiunto Simpson - in una posizione cruciale, rappresentate una “croce” nel sistema europeo dei trasporti. Occorre guardare al di là dei confini, puntare sulla collaborazione internazionale per dimostrare il valore aggiunto che le vostre infrastrutture hanno per l’Europa».

Nella tavola rotonda all’Ince è intervenuto l’assessore regionale ai Trasporti Riccardo Riccardi: «Il Parlamento europeo confermi definitivamente il ruolo strategico del Corridoio Baltico-Adriatico. Da questo dipende il futuro del Friuli Venezia Giulia, dell’Italia e dell’Europa, che deve riequilibrare i pesi tra Nord e Sud. Noi a Sud delle Alpi - ha aggiunto - siamo l’hub naturale per i mercati emergenti del Far East con un rinnovato sistema portuale dell’Alto Adriatico».

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