Il premio Città di Fiume negato a Marsanich

FIUME
Per un servizio di cronaca che non è piaciuto ad alcuni membri del Consiglio comunale, resta escluso dalla corsa per il premio Città di Fiume 2010. Il giornalista “colpevole” è il collaboratore de Il Piccolo Andrea Marsanich. Il testo “incriminato”, sul rifiuto del Consiglio cittadino di intitolare all'autonomista fiumano Riccardo Zanella una piazza in Cittavecchia, è stato pubblicato su queste colonne.
Sta provocando proteste e indignazione in città la notizia che uno dei più conosciuti giornalisti fiumani – voce storica di Radio Fiume e collaboratore del nostro quotidiano fin dal 1992 – sia stato giudicato «non idoneo» a ricevere uno dei massimi riconoscimenti comunali per il solo fatto di aver riportato su Il Piccolo il contenuto del dibattito e del voto in Consiglio comunale sulla proposta di intitolare a Zanella una piccola piazzetta del centro, a poche decine di metri dalla torre civica. Come nella peggiore tradizione del vecchio regime comunista - a dimostrazione che alcuni “metodi” sono duri a morire - Marsanich è stato punito per aver esercitato la libertà di parola, e perchè il suo giudizio sul «no» a Zanella non è risultato gradito a chi in questo momento governa la città.
Il caso è stato denunciato dal consigliere della Lista per Fiume Denis Pesut, che ha rilevato come non sia la prima volta che le autorità comunali ripiegano su un criterio squisitamente ideologico per assegnare o negare i riconoscimenti municipali. Marsanich è stato proposto al premio Città di Fiume dal Consiglio per la minoranza italiana della Contea litoraneo-montana per il suo contributo alla diffusione e alla salvaguardia dell'identità fiumana, contributo che si esprime anche nei testi pubblicati su Il Piccolo. Al momento del vaglio delle candidature, però, la presidente della Commissione comunale per i riconoscimenti, Dorotea Pesic Bukovac – della Dieta democratica istriana – ha tirato in ballo l'articolo firmato dal nostro collaboratore e pubblicato su Il Piccolo il 5 dicembre 2010. Secondo la Pesic Bukovac, quell’articolo avrebbe avuto come effetto il raffreddamento dei rapporti tra Trieste e Fiume, fino alla cancellazione della firma del protocollo di amicizia tra le due città. Ma che cosa ha scritto Marsanich? Niente di sbagliato, ha semplicemente rilevato che la maggioranza di centrosinistra, spalleggiata dal centrodestra, ha definito il personaggio Zanella «un antifascista poco convincente», la cui colpa era anche quella di «non essere stato un bravo patriota croato».
La bocciatura di Zanella decretata in Consiglio comunale dal Partito socialdemocratico e dalla Comunità democratica croata (Accadizeta), aveva rilevato giustamente Marsanich, era stata in quel caso «l'ennesimo attacco sferrato contro la storia di Fiume, contro la sua identità». Marsanich è amareggiato, ma in questo momento preferisce astenersi dai commenti.
Lo facciamo allora noi. Ma non era crollato il Muro di Berlino? Non erano finiti i tempi del «delitto verbale»? Per buona parte del mondo politico fiumano evidentemente no.
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Ripubblichiamo parte dell’articolo di Andrea Marsanich pubblicato il 5 dicembre 2010: «Cacciato ancora una volta dalla sua amata Fiume. Stavolta l'autonomista fiumano Riccardo Zanella , l'anti D'Annunzio in riva al Quarnero, non ha dovuto fare i conti - come nel 1922 - con fascisti e nazionalisti italiani, quando dovette fuggire dalla città, riparando in Jugoslavia. Zanella , presidente dello Stato libero di Fiume e morto a Roma nel 1959, è stato messo nelle condizioni di non nuocere dalla maggioranza di centrosinistra al consiglio comunale fiumano che, spalleggiata robustamente dal centrodestra, ha votato contro la proposta di intitolare a Zanella una piazza in Cittavecchia».
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