Il re dei truffatori nel mirino de “Le Iene” colpì anche a Gorizia

Già lo conoscevano, in giro per l’Italia, per la sua innata capacità di turlupinare il prossimo. Ma è stata la nota trasmissione televisiva “Le Iene”, nelle ultime due puntate, a farlo diventare un personaggio a livello nazionale grazie ai servizi di Giulio Golia.
La persona in questione è Stefano Ramunni, definito come «il truffatore più famoso d’Italia». Una sorta di Frank Jr. Abagnale (l’imbroglione seriale magistralmente interpretato da Leonardo DiCaprio nel film del 2002 “Prova a prendermi”) in salsa nostrana.
Il suo capolavoro è la creazione di un certificato di morte falso, “rilasciato” (si fa per dire) dagli sportelli dell’Anagrafe di Palermo. Grazie a questo documento posticcio, Ramunni si è sottratto a non si sa quante condanne in giro per l’Italia. Per gli inquirenti ha usato il trucco con ben 52 Procure, dal Nord al Sud, Gorizia compresa. Pare che, arrivati a un certo punto, l’uomo si sia trovato con una caterva di processi sul groppone e sia riuscito comunque a “chiuderli” alla sua maniera, in quanto... deceduto. Ramunni falsificò la carta intestata del suo avvocato difensore e, poi, spedì il certificato di morte a vari tribunali. Così, in Italia, esistono sentenze - si legge nel web - passate in giudicato, dove il reato da lui commesso è dichiarato estinto perché l’imputato era morto.
E qui entra in campo anche la nostra città. Perché nel 2006, Ramunni venne condannato dall’allora giudice monocratico Giorgio Nicoli a un mezzo e mezzo di reclusione, senza condizionale, e al pagamento di una multa di 900 euro per “truffa e sostituzione di persona”. Venne riconosciuto colpevole di aver raggirato una nota agenzia di viaggi: acquistò, senza chiaramente pagarli, dodici biglietti ferroviari per un importo-monstre di 3 milioni 700 mila delle vecchie lire.
Ramunni, nel marzo del 1999, si presentò nell’agenzia spacciandosi per il “dottor Remondini”, alto funzionario di un’inesistente Ufficio gestione territoriale del Tribunale di Gorizia. Acquistò 12 biglietti Eurostar per la tratta Milano-Napoli e ritorno. All’impiegata dell’agenzia di viaggi diede l’indicazione di inviare la fattura al Tribunale. Ma quando arrivò la fattura, in Tribunale capirono subito che si trattava di una truffa. e partì l’indagine.
Si risalì all’identità del truffatore ma, alla Procura di Gorizia, arrivò un certificato di morte che attestava il decesso del signor Ramunni: era un documento così abilmente contraffatto che il pm chiese, in un primo momento, l’archiviazione del caso per la morte del reo. Cosa che fecero tanti altri tribunali italiani.
Ma l’indagine venne riaperta quando un’altra Procura scoprì l’inganno. Emerse anche Ramunni aveva anche raggirato un istituto bancario cittadino: si spacciò per avvocato, aprì un conto corrente, si fece anticipare una somma che, naturalmente, non restituì. Alla fine, i nodi vennero al pettine e il truffatore seriale venne condannato. Anche a Gorizia.
Nei giorni scorsi, Ramunni ha contraffatto altre carte. Il nome sul documento, fa sapere la trasmissione televisiva “Le Iene”, era quello dell’ex sindaco di Mira, ora deputato del Movimento 5 Stelle, Alvise Maniero. Alla voce “qualità giuridica” è riportato “funzionario”. Il tesserino, emesso dallo Stato della Città del Vaticano, è a firma del Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Peccato che la foto non sia quella dell’onorevole e che il documento sia completamente fasullo, opera dell’ingegno di Stefano Ramunni, il “re delle truffe”. Il tesserino è stato mostrato nel corso del lungo servizio andato in onda giovedì sera sulle “Iene” ed è quello che Ramunni ha esibito a un commesso di un negozio Wind a Genova per mettere a segno l’ennesima truffa, stavolta a carico dell’onorevole mirese.
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