Il ricreatorio Padovan aspetta un nuovo tetto

È stato effettuato ieri dalla Quinta commissione consiliare un sopralluogo al ricreatorio Padovan, per verificare la presenza di eventuali problemi strutturali anche alla luce di quanto accaduto a febbraio, quando le raffiche di Bora avevano abbattuto uno dei muri perimetrali del ricreatorio, rifatti solo qualche anno prima. Il Giglio Padovan è il ricreatorio più antico di Trieste, fondato nel 1908 in una villa ottocentesca, e ancora oggi si distingue per il suo grande campo giochi all’aperto, su cui si sono formati alcuni grandi campioni nostrani del basket, come Tonut. Attualmente ospita regolarmente circa 150 bambini, per la maggior parte allievi del Sis: proprio per tutelare i più piccoli è stato ritenuto fondamentale verificare le condizioni della struttura. Dalle dichiarazioni dell’assessore ai Lavori pubblici, Andrea Dapretto, non sono emerse particolari criticità strutturali, anzi pare che il Padovan sia stato sottoposto negli ultimi due anni a numerosi interventi di manutenzione straordinaria che ne hanno migliorato le condizioni. Il muro crollato qualche mese fa è stato ricostruito un mese dopo dalla stessa ditta che lo aveva realizzato e l’operazione è avvenuta a costo zero per le casse comunali. Le attuali criticità rilevate riguardano un’ottantina di tegole del tetto dell’edifico principale, che devono essere sostituite, e alcuni cubetti di pavé che devono essere fissati a terra. Un altro problema segnalato, che accomuna ricreatori, asili e scuole materne, riguarda le pulizie delle stanze all’interno del ricreatorio, che sono ritenute insufficienti. Da quanto segnalato dall’ex maestro del Padovan Franco Stibiel la struttura negli anni non è stata adeguatamente tutelata dalle amministrazioni comunali: all’interno del campo giochi è stato ricavato uno spazio per l’inserimento della centrale termico-frigorifera per la climatizzazione del Teatro Bobbio, non è stata ripristinata una scritta del 1919 sopra il proneo ed è stato perso un busto bronzeo di Nicolò Cobelli realizzato da Sbisà nel 1955. I lavori di ristrutturazione, terminati nel 2000, hanno visto l’eliminazione di canestri, tavoli, panche e sedie, che sono stati parzialmente sostituiti con attrezzature di qualità peggiore. D’altra parte, ribatte l'assessore Dapretto, sono le norme ad essere cambiate nel tempo: le attrezzature devono rispondere alle attuali normative di sicurezza. Sotto l’aspetto educativo invece si riscontra un forte cambiamento rispetto al passato: oggi frequentano il ricreatorio principalmente i bambini delle scuole elementari per il Sis, mentre i ragazzini delle medie sono praticamente scomparsi. Resta ancora una domanda posta dal consigliere Lobianco alla quale non è stata data risposta: la ditta che ha realizzato quel muro crollato per la Bora lavora ancora per il Comune?
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