Il riposo del console nella casa di Napoleone

LILLI GORIUP. «Rappresentare l’Austria in Friuli Venezia Giulia è gratificante, poiché è stata l’Austria a rendere grande questa terra, e il nostro consolato ha l’onore di essersi insediato nel palazzo della Camera di commercio, edificato dagli Asburgo», afferma Sabrina Strolego, superimprenditrice giuliana con radici friulane e console di Austria a Trieste. È la fondatrice e amministratrice delegata della Ergolines Lab srl all’interno dell’area Science park. I cavalli sono la sua passione e ha pure la patente per pilotare aerei. Come console ha in piedi diversi progetti: «Stiamo organizzando un convegno sulla multiculturalità di Trieste, in occasione del trecentesimoo compleanno di Maria Teresa d’Austria: grazie a lei la nostra divenne una delle prime città al mondo con totale libertà di culto».
Anche sul piano economico abbondano le iniziative: «Negli scorsi giorni era qui il rappresentante dell’ufficio commerciale austriaco di Padova: gli è stato presentato il Porto vecchio come possibilità d’investimento, in quanto sbocco “naturale” dell’Austria. In passato abbiamo creato una collaborazione tra start up austriache e italiane nell’area di ricerca assieme alla Camera di commercio e alle Confindustrie. La nostra Camera di commercio ha inoltre stipulato un accordo sull’alternanza scuola-lavoro con la Carinzia». Una grande soddisfazione per la console è stato assistere «al fervore dei giovani in occasione della “pitching battle” che abbiamo organizzato a luglio in area di ricerca. È un format austriaco in cui start-up italiane e austriache gareggiano fra loro: in quei contesti si vede come l’entusiasmo non ha nazionalità».
Da Vienna tiriamo dritto in direzione nord-ovest fino a Bruxelles. In Belgio, cuore dell’Europa occidentale c’è la sede principale del Parlamento europeo e si parlano per metà il francese e per metà lingue germaniche. Dal 1711 al 1790 è stato dominio asburgico e nel 1857 una principessa del Belgio, Carlotta, sposò Massimiliano d’Asburgo. A rappresentare il paese della birra artigianale e del cioccolato, oggi, c’è il marchese Guido Carignani di Novoli, imprenditore e per dieci anni amministratore delegato dei quotidiani il Piccolo e del Messaggero veneto. «Ricordo con piacere il lavoro a stretto contatto con il console generale di Milano - racconta - -. Il console, giovane e dinamico, ha avviato un rapporto intenso tra imprenditori italiani e belgi; ci furono momenti di grande vitalità». Continua: «Amo il Belgio, l'ho visitato quasi tutto. Una volta ero ospite proprio del console generale di Milano, nella piana di Waterloo, e scoprii che tra quelle stesse mura dormì Napoleone il giorno prima della sconfitta. È stato un momento denso di significato. Il paese che conosco io è tranquillo e sereno e mi dispiace che di recente sia stato teatro di attività terroristiche». Per Guido Carignani il consolato è una tradizione di famiglia: sua madre, la marchesa Etta Carignani di Novoli, figlia dell'imprenditore Guido Segre, è stata console di Francia dal 1995 al 2000, oltre che presidente dell'Associazione italiana delle donne dirigenti d'azienda, imprenditrice, Cavaliere alla legione d’onore di Francia e Grande ufficiale della repubblica italiana. Allo scoccare del millennio, le è succeduta Christia Chiaruttini Leggeri: «Sono diventata console in grazia della marchesa, che ha lasciato per i troppi incarichi che ricopriva - spiega -. Ho ereditato il suo ufficio e, assieme ad altre due persone al mondo, oggi faccio solo il console onorario. Questa non è la sede di un’azienda, insomma; l’affitto è pagato dallo Stato francese mentre io ci metto le strutture». Bilingue grazie allinfanzia trascorsa in Francia al seguito del padre, la professoressa Chiaruttini Leggeri ha insegnato per anni Francese al polo universitario di Gorizia. Oggi traduce per una casa editrice di Vicenza, Mareverticale: «Soprattutto biografie di famosi navigatori francesi del primo Novecento, uomini e donne che hanno compiuto imprese incredibili, armati solo di bussola, corde di canapa e vele di lino. Mi fanno rivivere i racconti di mio padre su Alain Gerbault, che fece il giro del mondo in solitario, in barca a vela». In regione ci sono circa 1500 italo-francesi: «Sono i discendenti dei migranti dalla Carnia - continua la professoressa -. La Francia durante le due guerre ha avuto milioni di morti e ha stipulato accordi con il governo italiano per ripopolarla: dopo il '18, alle famiglie friulane disposte a migrare, lo Stato francese offriva la possibilità di diventare proprietarie delle terre che lavoravano. È successa una cosa simile dopo il '45, ma nel settore metallurgico. A partire dagli anni '70 e '80, sono poi iniziati i ritorni dei nipoti di quei migranti».
Il lavoro è tanto e la console ci tiene a ringraziare le tirocinanti di Traduttori e interpreti che l'aiutano. Il consolato è anche un approdo per i cittadini francesi in difficoltà, personaggi stravaganti compresi: «Un giorno vidi oscurarsi la porta: entrò una specie di Rasputin, in pastrano militare e sacco di juta in spalla, che voleva da me i soldi per scappare in Sud America». La console, assecondando il losco figuro, ha chiamato l'ambasciata francese, che le ha risposto: «È un pazzo, appena uscito di galera per omicidio, non lo contraddica!». Per fortuna tutto è finito per il meglio, ma da quel giorno la console non lascia più le forbici dell'ufficio in vista.
Al termine del nostro viaggio approdiamo in Costa azzurra, dove solo di sfuggita incontriamo Aldo Pianciamore, intento a lasciare per sempre il suo ufficio: «Posso parlare come uomo d'esperienza, come siciliano a Trieste o come maestro per i giovani che vogliono avviarsi alla carriera finanziaria - scherza -. Ma come console del principato di Monaco sto per andare in pensione: il prossimo compleanno saranno 81. Il consolato da quest'anno è chiuso, sto finendo di sbrigare le ultime pratiche».
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