Il seminario vescovile è vuoto in cassa integrazione i 10 dipendenti
Il seminario di Trieste è vuoto, i seminaristi studiano a Udine. E la Curia mette in cassa integrazione i 10 dipendenti.

TRIESTE. Aria di crisi anche in Curia: i dieci dipendenti del Seminario vescovile di via Besenghi sono in cassa integrazione. Portinai, segretari, addetti alle pulizie e alla cucina si sono visti ridurre l'orario di lavoro a causa del "buco" nei conti della struttura. Non ci sono più entrate. O molte meno rispetto a un paio di anni fa. Il caso si trascina da febbraio, ma solo adesso viene a galla. Due mesi di silenzio su una questione che, nei corridoi del Seminario, sta destando non poca apprensione. Qualcuno ora ha deciso di parlare.
«È stata una decisione improvvisa; ci siamo rimasti malissimo, non ci è stato dato alcun preavviso», lamenta uno dei dipendenti. Chiede di restare nell'anonimato perché il problema è delicato e teme per il posto di lavoro. Non ha problemi a farsi avanti, invece, Gabriella Parodi. Si occupa della biblioteca ed è l'unica reintegrata dopo appena un mese di cassa integrazione. La sua non è un accusa, piuttosto un invito a fare chiarezza: «Siamo stati colpiti da questa scelta, nutriamo preoccupazione sul futuro del Seminario, speriamo che la Diocesi si prenda a cuore il problema».
Difficile sapere a quanto ammonti il "rosso" nei conti. C'è però un dato: la struttura da una quindicina d'anni non ospita più seminaristi e, complice la crisi della vocazioni, la sede per gli studi dei giovani sacerdoti è stata spostata da tempo a Udine. Pare che all'origine delle perdite, a Trieste, ci sia stata la volontà di chiudere le porte agli esterni. Non si affittano più stanze per gli incontri di musica dell'Acr. O per i corsi di formazione gestiti da enti e aziende. Entrate assicurate, che non compaiono più nei bilanci. Rimane un edificio enorme, pressoché inutilizzato. Trovano posto solamente gli uffici del settimanale Vita Nuova, di Radio Nuova Trieste e dell'Istituto di Scienze religiose, oltre agli appartamenti delle suore. E la biblioteca, che contiene 71 mila volumi. «È vero, attualmente il Seminario è in disuso - ammette il rettore, monsignor Giorgio Carnelos -. In alcuni giorni è completamente vuoto, cosa sta a fare lì tanto personale? Non volevamo licenziarli, abbiamo cercato di ridurre il danno».
Le dieci persone in libro paga dovrebbero riprendere il servizio a luglio. Forse. Perché, come spiega il sacerdote, «al momento non ci sono progetti precisi, stiamo navigando a vista». Tra i dipendenti fa discutere un altro aspetto: «I soldi scarseggiano ma la Diocesi qualche mese fa ha acquistato la chiesa di Cavana, di proprietà del Comune». È abbandonata da anni e, come afferma il vicario per la cultura, don Ettore Malnati, la Curia intende costruirci «un polo dedicato ai giovani, per incontri e preghiere». È costata 325 mila euro.
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