Il sindaco Cosolini: «Dipiazza conservatore, ha solo gestito il declino»

TRIESTE È l’uomo che l’ha preceduto alla guida del municipio. Ma è anche l’uomo che potrebbe essere il suo principale competitor nella sfida elettorale del 2016. Roberto Cosolini smette la divisa della diplomazia e non risparmia stilettate a Roberto Dipiazza, primo cittadino dal 2001 al 2011 e pronto a ributtarsi nella mischia.
«Per anni Trieste è stata caratterizzata da un sentimento di conservazione promosso da persone che si riconoscono nel centrodestra. Dipiazza? È oggettivamente un conservatore, con una ragguardevole capacità di comunicare. Ed è molto abile a cogliere i momenti, si veda il concerto dei tre presidenti in piazza Unità, quando ha capito che un certo tempo era finito anche per il centrodestra. Però quelli di Dipiazza non sono stati anni di svolta: Porto vecchio bloccato, scelte non prese su Piano regolatore, Piano del commercio, Ferriera fuoriuscendo dal decennale impegno alla chiusura...», graffia Cosolini.
Nessuno sconto: «Dipiazza ha usato il lavoro del suo predecessore (Riccardo Illy, ndr), disponendo poi di una libertà di risorse per opere pubbliche che invece noi non abbiamo avuto a causa del Patto di stabilità. Dipiazza - prosegue il sindaco - ha gestito il declino, con un pizzico di maquillage ma senza sviluppo». Altro esempio: «Nel 2006 Massimo Paniccia aveva offerto alla città un nuovo centro congressi come Fondazione CrTrieste (nel Magazzino vini, ndr), ma qualcuno disse no. Dipiazza, immagino...». E nell’immobile in questione, «nell’estate del prossimo anno aprirà Eataly», ricorda Cosolini.
Le «pesanti responsabilità dell’immobilismo» del passato per Cosolini vanno attribuite sì «al centrodestra» ma in particolare «al suo dominus Giulio Camber, anche se sarebbe riduttivo solo a lui. Bisogna parlare di un sistema di relazioni con tanti spettatori passivi e consenzienti, in mezzo a una contraddizione: da un lato una forte spinta all’innovazione in tanti campi, dall’altro una resistenza, un forte freno per paura del nuovo».
Dal passato al futuro: il sindaco sa che la campagna elettorale del 2016 per il centrodestra sarà incentrata in gran parte sui temi dell’immigrazione e della sanità. «Città insicura? I dati parlano da soli. Fin qui l’emergenza profughi è stata gestita bene, siamo sulle rotte e non ci salviamo da una crisi epocale, da affrontare al meglio possibile. E senza dimenticare i valori della solidarietà», è il Cosolini-pensiero. Che sulla sanità rileva: «La riforma regionale era necessaria, non ci sarà alcuna declassificazione per Trieste. E i risultati già dicono che i tempi d’attesa sono migliorati e, quanto al Burlo, si è ritrovata la giusta serenità».
Riproduzione riservata © Il Piccolo