Il Sun Park finisce sotto sequestro Papere e galline sono “prigioniere”

È di 90 giorni dalla notifica, a meno di sanatorie su cui ora si sta lavorando, il termine entro il quale il 49enne imprenditore monfalconese Andrea Santangelo dovrà provvedere a effettuare «la demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi» delle «opere abusivamente realizzate» nell’area all’angolo tra le vie Grado e Aulo Manlio, dove in cantiere c’è la realizzazione di un’ampia area ricreativa con chioschi e piscina, il Sun Park, pensato anche in funzione del giardino attrezzato nel dirimpettaio parco della Rimembranza e del comunque prossimo giardino Cellottini. Lo stabilisce l’ordinanza numero 4 emessa dall’Edilizia privata del Comune e firmata dal dirigente Enrico Englaro sulla particella 692/9 del foglio di mappa 9 del comune censuario. Stando all’ente, che ha svolto verifiche sul posto lo scorso 30 settembre attraverso lo stesso responsabile del Servizio pianificazione Urbanistica, il personale della Polizia locale e gli ispettori di Asugi per tali interventi «non si sono rintracciati titoli abilitativi». Va però anche precisato che, nel caso in cui questi lavori siano conformi alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente, è possibile ottenere un permesso in sanatoria e dare pertanto corso alla progettualità. Ed è ciò su cui si sta concentrando, ora, il geometra Mauro Sera, perito incaricato da Santangelo a dirimere la pratica. Nel frattempo è emersa la preoccupazione per gli animali custoditi nell’area, già diventati un’attrazione per molti bimbi del quartiere, a tutt’oggi sotto sequestro: a scanso di equivoci, «gli animali stanno tutti bene e sono cresciuti egregiamente». È lo stesso Santangelo, pur con le difficoltà di accesso all’area, per via dei provvedimenti assunti d’autorità, a prendersene cura: a cadenza regolare si reca sul posto e sporgendosi dalla rete distribuisce gli alimenti necessari alle bestiole, cioè anatre, germani e galline.
Il nodo della vicenda, abbastanza articolata, è tutto su tre container, di diverse misure e rivestiti in corteccia, presenti nella particella. Per i quali appunto l’amministrazione reclama, con ordinanza rivolta altresì – come avviene di prassi in simili situazioni – alle due comproprietarie del sito dato in affitto nel 2018 all’imprenditore, due sorelle di Sagrado assistite da un legale.
Il Comune, nell’ordinanza 4, contesta si tratti «di nuove volumetrie», dunque «soggette a permesso a costruire», non riscontrato. Un container, stando sempre all’ente, è «adibito a banco ristorazione, uno a uso ufficio e un altro a uso non ben definito, posto a fianco di un recinto con laghetto e la presenza di volatili da cortile». L’area ricade in zona mista O6 del Piano regolatore comunale e, come scrive Englaro, si può lì intervenire «tramite piano particolareggiato di iniziativa pubblica o privata» oppure, in alternativa, con «permesso a costruire», infatti sono già presenti tutte le opere di urbanizzazione. E sempre se la destinazione d’uso è coerente. In questo caso lo sarebbe «visto che la zona O6 prevede ristorazione o vendita commerciale al minuto», come sottolinea infatti il geometra Sera. E il Sun park nulla di difforme vuole fare: somministrazione e vendita al dettaglio. «Stiamo al momento vagliando come procedere e dovrà esserci un confronto con tutti i soggetti coinvolti – spiega il perito –. Indubbiamente si tratta di una vicenda complessa, che porta dietro uno strascico di problematiche risalenti nel tempo». Ma l’obiettivo è senz’altro «sanare la situazione», quindi il geometra, una volta chiarito il quadro, formulerà istanza di dissequestro.
Santangelo, che ha acquistato «nel 2018 due container e l’anno seguente l’attrezzatura del Solero Beach» di Marina Nova sottolinea come l’operazione dell’edificabilità diretta ora amplifichi costi «attorno ai 20 mila euro tra progetti e oneri». «Un ulteriore salasso – sostiene – per un progetto mirato a espandere la capacità cittadina di fornire servizi, rivolta al turismo» sull’asse strategico. È un «investimento economico», ma pure un «aiuto alla ricettività e alla fine del progetto si vedranno gli effetti, anche solo visivi». Il monfalconese precisa di aver già speso 180 mila euro per il progetto, che punta anche a inserire «nella piscina un’imbarcazione di 15 metri, la “Lupa” del film con Ornella Muti “La ragazza di Trieste”, da adibire a bar, con sedute in acqua».
Quanto agli animali, è prioritaria l’istanza di dissequestro, poiché «pur essendoci una lingua di spazio per raggiungere la zona degli animali» e così cibarli, Santangelo non riesce «ad abbeverarli: l’apertura delle manichette d’acqua è in zona sigillata». I volatili hanno fatto di necessità virtù e sopravvivono bene: «I maschi sono maturati e hanno la tipica testa verde smeraldo, ma non riesco a contarli né trasferirli nell’allevamento in costruzione per poterli accudire e preservare», conclude.
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