Il trasloco di Casa Verde finisce in tribunale

Glauco Rigo non si ferma. Il proprietario di Casa Verde, gestore fino al 2007 di quest’ultima, continua a non capire come siano andate le cose riguardo al trasferimento del 1 agosto della Rsa da Servola al Sanatorio triestino. Per inciso Casa Verde, dopo di lui, era stata gestita, a seguito di una gara, dalla cooperativa Universiis di Udine, che a marzo ha venduto questo ramo d’azienda alla struttura di via Rossetti. Universiis aveva inoltre un contratto d’affitto con Rigo, che scade nel 2019.
L’ex gestore ora attacca Regione e Azienda sanitaria. Il 10 agosto ha presentato un esposto poiché la Direzione centrale salute della Regione aveva appunto fatto trasferire con decreto d’urgenza al Sanatorio i 38 posti letto della Rsa, occupati allora da 34 ospiti, senza avvertirlo. Si tratta, dice Rigo, di «uno spostamento forzato» nell’ambito di una situazione legale più complessa, contro il quale si batte in Tribunale già da gennaio 2014 e il cui esito spetta a ottobre al Consiglio di Stato. Rigo riferisce di aver saputo del “trasloco-blitz” il 31 luglio dai direttori dell’Igea e della Mademar e poi da un articolo uscito sul Piccolo; non da Universiis, né dal Sanatorio, né tantomeno da alcun soggetto pubblico. «Inutili - afferma - sono state le lettere inviate nei giorni scorsi a Regione e Azienda per capire il motivo del trasloco: non ho mai ricevuto risposta. Questa - dice - dovrebbe trovarsi nel decreto d’urgenza, che però ancora non sono riuscito a visionare, nonostante abbia fatto richiesta di accesso agli atti: appena li avrò, farò un altro ricorso al Tar, già in preparazione».
L’unica cosa nota non ufficialmente all’ex gestore è che il trasferimento sarebbe provvisorio per consentire l’esecuzione di non meglio precisati lavori di messa in sicurezza. «Provvisorio, però, non mi sembra, dato che ieri le chiavi della mia sede sono state recapitate via corriere dal Sanatorio al mio legale, che le ha prontamente rinviate indietro. Dei lavori da fare ci sono, afferma, ma, secondo l’accreditamento provvisorio concesso dalla Regione alla sede di Servola, dopo averne verificato i requisiti essenziali, c’è tempo fino al 2017 e possono essere effettuati mantenendo il servizio».
Nella denuncia si evince la volontà di Rigo di tutelarsi poiché chi ha fatto il trasferimento, ha lasciato incustodita e non in sicurezza la struttura, con il cancello aperto e materiali di sua proprietà all’interno. «Esistono poi irregolarità all’interno del Sanatorio, come il subappalto di alcune attività della Rsa, cosa vietata dal contratto con l’Azienda. Inoltre i ricoveri sono stati bloccati e dislocati in altre Rsa: da 34 d’inizio agosto, sono la metà. Perché - si chiede Rigo - era obbligatorio questo trasferimento se nemmeno al Sanatorio ci sono i requisiti essenziali? Perché i controlli non sono stati fatti in via Rossetti prima del trasloco?». Al momento tutto tace. Uniche certezze, la riunione ieri tra Azienda e i vertici di Mademar, Igea e Sanatorio, e l’incontro tra Rigo e l’assessore comunale Famulari.
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