Il viaggio infinito da Trieste a Venezia su treni da incubo

TRIESTE. La conoscono bene i pendolari, ma anche in Europa la tratta ferroviaria Venezia-Trieste non gode di buona reputazione. Il presidente della Commissione Trasporti del Parlamento europeo, Brian Simpson, arrivato nel capoluogo giuliano via rotaia il 19 marzo scorso per una riunione è stato categorico: «Il treno è veloce fino a Venezia, a Trieste si arriva poi molto lentamente. Tutte le città principali devono essere collegate dall’alta velocità». L’alta velocità invece si ferma a Venezia e chi deve proseguire per Trieste deve cambiare treno o rimanere su una “Freccia” spuntata. Per la verità Trenitalia ha inventato, con molto humor inglese, il treno “regionale veloce” che per fare 148 chilometri (da Mestre a Trieste) c’impiega quasi due ore, 70 chilometri all’ora su un tratto completamente pianeggiante che incontra qualche difficoltà solo tra Monfalcone e Trieste. Sui treni regionali viaggiano ogni giorno centinaia di persone che per lavoro o studio sono costrette a muoversi, con un orario ferroviario che non rispecchia le loro esigenze ed è programmato con pochissima logica.
Mestre-Trieste
Cominciamo con l’andata (di mattina) da Mestre a Trieste: le opportunità di raggiungere direttamente il capoluogo regionale, lasciando perdere la linea (senza fine) Treviso-Udine-Gorizia, sono poche e mal disposte. Il primo treno alle 5.32 (Intercity notte proveniente da Roma) con arrivo alle 7.28. Chi non ha fretta è meglio che rimandi la partenza: il treno, con carrozze per viaggiatori e carrozze-cuccette, non è consigliabile a chi vuole viaggiare in un ambiente pulito e tranquillo. Il successivo collegamento, ma solo nei giorni feriali, è alle 6.31 con fermata a Portogruaro (alle 7.34) e ripartenza alle 7.50: arrivo alle 9.04 dopo ben 2 ore e 33 minuti. Finalmente un treno “normale” alle 7.46, a Trieste alle 9.42. Dopo bisogna attendere le 9.23 (a Trieste alle 11.16), oppure le 10 (alle 11.53), o le 10,22 (Frecciabianca proveniente da Milano) con arrivo alle 12.08. Un orario folle: tre treni nel giro di un’ora. E poi un intervallo di due ore fino alle 12.23 per essere poi a Trieste (con fermata a Miramare) alle 14.18. Questi sono numeri che il pendolare ricorda a memoria, come le poesie imparate alle elementari o la formazione della Grande Inter targata Herrera.
Quello che succede poi durante il viaggio è tutta un’altra storia. Nell’analisi prendiamo ad esempio un treno di mezzo, cioè il “regionale veloce” che sta tra un “regionale” e una “Freccia” in un giorno normale senza gli inconvenienti legati alla neve, al ghiaccio, ai forti temporali, ai piccoli incendi di sterpaglia lungo la linea (d’estate tra Monfalcone e Trieste) e, purtroppo, ai casi di suicidio o incidenti ai passaggi a livello. La partenza da Mestre rispetta normalmente gli orari, gli eventuali 5 o 10 minuti di ritardo vengono recuperati strada facendo, almeno fino a Monfalcone. Il primo inconveniente riguarda le continue comunicazioni a bordo: spesso utili, ma ripetute ad alto volume che disturbano chi sta leggendo, parlando e semplicemente guardando il panorama. Prima fermata a Quarto d’Altino e dopo 10 minuti a San Donà: in queste due stazioni il rapporto tra chi scende e sale è di 10 a 3. Il treno poi prosegue per San Stino di Livenza (per Trenitalia si tratta di Santo Stino di Livenza)e Portogruaro. Qui il rapporto invece è quasi l’opposto 5 a 10. Si tratta di studenti e persone che lavorano a Monfalcone o a Trieste. E poi Latisana, San Giorgio e Monfalcone.
Se fino alla città dei cantieri il viaggio è stato lento ma (quasi sempre) regolare, da qui a Trieste le cose cambiano. Poche volte l’orario di arrivo è rispettato, spesso il ritardo è di 5-10 minuti, qualche volta molto di più. La lentezza è dovuta all’intasamento della linea, a scelte della centrale operativa, ai lavori che non finiscono mai o ad altro ancora. Si parte da Monfalcone ma tra la stazione di Sistiana-Visogliano e il Bivio d’Aurisina ci sono rallentamenti continui, spesso dovuti a treni (anche merci) davanti. L’entrata in stazione è a passo di lumaca: neppure a Milano Centrale o a Roma Termini, dove il traffico è molto più intenso, la lentezza è così esasperante.
Trieste-Mestre
Il ritorno a Mestre in serata non è meno problematico e ben più difficile. Intanto l’orario dei treni. Il primo nel tardo pomeriggio è alle 17.02 (Frecciabianca per Milano) con arrivo a Mestre alle 18.48, poi due “regionali veloci” alle 17.44 e alle 18.44 (soppresso il sabato) con arrivo alle 19.37 e 20.37. Dopodichè il black out o quasi. Gli unici due treni che collegano direttamente Trieste a Mestre (e perciò al resto d’Italia) sono alle 19.18 che da Portogruaro si ferma in tutte le stazioni (arrivo alle 21.37 dopo 2 ore e 19 minuti), e l’Intercity notte per Roma delle 21.54. Questo è il risultato dell’attenzione che Trenitalia e Regione hanno nei confronti del capoluogo giuliano.
A dicembre, in occasione dell’entrata in vigore del nuovo orario, è stato eliminato l’Intercity notte per Lecce che partiva da Trieste alle 19.46. A Monfalcone, dove c’è una numerosa comunità pugliese, sono state raccolte centinaia di firme con la richiesta che venga riattivato. Ma finora tutto tace. Così il pendolare è costretto a prendere l’Intercity notte per Roma, fratello dell’omonimo della mattina. Il convoglio è lo specchio di come Trenitalia considera il “cliente”. Una sola carrozza per i viaggiatori più due carrozze cuccette. Con l’estate probabilmente si viaggerà in piedi, come è già successo. Le carrozze sono sempre troppo calde o troppo fredde. Più volte nei mesi invernali i viaggiatori sono stati costretti a spostarsi nelle carrozze cuccette, le altre erano gelate. E in questi giorni di grande caldo la carrozza viaggiatori, vecchia e in disuso, non ha l’aria condizionata. Una vera via crucis per i passeggeri. E poi le fodere dei sedili sono vecchie e sporche, i poggioli rotti. In alcuni giorni l’odore nauseante ti spingerebbe a scendere. Una vergogna. In questo treno oltre al biglietto o all’abbonamento il viaggiatore deve pagare un supplemento (“integrazione” lo chiama Trenitalia, un “furto” invece per i pendolari) che da Trieste a Mestre è di 3.70.
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