In nove a giudizio per omicidio colposo

Omicidio colposo. Di questo dovranno rispondere nove ex dirigenti del cantiere navale di Monfalcone dell’ex Italcantieri per il decesso di 23 ex dipendenti a causa dell’esposizione all’amianto. Alla terza udienza preliminare, ieri presieduta dal gup Rossella Miele (nelle prime due erano state avanzate dalle difese alcune eccezioni procedurali poi respinte dalla Corte d’Appello), il Tribunale di Gorizia ha formalmente decretato l’avvio del quarto processo amianto. La prima udienza si terrà martedì 12 luglio. L’udienza preliminare è cominciata alle 10.30 e si è conclusa alle 13.20 con il pronunciamento di rinvio a giudizio. Soddisfatta la Procura della Repubblica che con i sostituti Valentina Bossi e Laura Collini ha chiesto il rinvio a giudizio degli ex dirigenti dell’Italcantieri dopo un’indagine complessa e molto articolata. Soddisfatti anche i legali di parte civile, avvocati Genovese di Trieste, Genovese di Gorizia per la Fiom, Pacorig, Ceresi e Kristancic.
Le vittime sono morte a causa di carcinoma polmonare, a differenza dei decessi di cui si discute nel terzo processo (alle battute iniziali) causati da mesotelioma, patologia amianto-correlata per eccellenza.
La sorpresa dell’udienza preliminare di ieri è che non sono stati accorpati il terzo e quarto processo. La riunificazione non l’ha chiesta la Procura nè le altre parti del processo. L’avvocato Corrado Pagano, legale di Fincantieri e di alcuni imputati, ha lasciato intendere che la riunione dei processi potrebbe essere richiesta in seguito. Analogamente verrà chiesta la riunione degli appelli del primo e secondo processo, conclusi con la condanna degli imputati sempre per omicidio colposo.
Fino a ieri non si sono costituiti parte civile né l’Inail né l’Associazione esposti amianto. C’è però ancora tempo per farlo (l’Aea è parte civile nei primi tre processi). Da quanto filtrato dalle porte chiuse dell’udienza preliminare si intuisce che sarà un processo in cui i periti di parte, più che nei precedenti procedimenti, avranno un ruolo chiave.
La difesa infatti, sostiene sostanzialmente che i decessi per carcinoma polmonare possono essere stati causati anche dal tabagismo degli operai, asseritamente accertato dalle cartelle cliniche. La Procura ribatte che la percentuale di particelle di amianto riscontrate dall’autopsia nei polmoni delle vittime non lascia adito a dubbi.
Ma l’udienza preliminare non deve occuparsi di anticipare il processo, quanto di individuare se esistono gli elementi probatori per avviare un processo. La gup Miele ha ritenuto di sì.
I decessi del quarto processo sono avvenuti nel 2008 e nel 2009, il fascicolo della Procura è datato 2014. Anche questo è un particolare su cui si concentreranno le difese. È stata infatti sollevata la questione che gli indagati non sono stati avvisati dell’effettuazione delle autopsie, in modo da indicare eventualmente un consulente che assistesse all’esame. Ma le autopsie - giuridicamente un atto non ripetibile - sono state effettuate prima dell’iscrizione nel registro degli indagati degli attuali imputati. Infine, ieri la gup ha respinto la richiesta della difesa di rinviare al pm il decesso di un ex operaio che all’apertura dell’indagine era ancora in vita. In questo caso gli ex dirigenti erano indagati per lesioni colpose; il reato è stato cambiato in omicidio colposo.
Questi gli imputati: Giorgio Tupini, Antonio Zappi, Corrado Antonini, Enrico Bocchini, Manlio Lippi, Italo Massenti, Cesare Casini, Roberto Schivi e Mario Abbona. Non luogo a procedere per Glauco Noulian e Livio Alfredo Minozzi nel frattempo deceduti.
Queste le persone offese (deceduti): Bruno Borsetti, Ottone Boschi, Mario Comar, Aldo Luigi Condolf, Romano Devetak, Adriano Fontana, Martino Giurissa, Antonio Innocente, Fabrizio Milocco, Angelo Miniussi, Arduino Mocchiutti, Sergio Morsolin, Giovanni Mosciatti, Antonio Parisi, Umberto Pellizzari, Domenico Perrone, Luciano Pizzin, Claudio Poverio, Renato Rocco, Ubaldo Romanin, Alfredo Samotti, Stefano Ulian, Silvio Luigi Visintin.
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