In pensione a quota 100, il pescivendolo Silvano passa la mano a Opicina

Il suo negozio “Il Brigantino” rilevato dall’ex dipendente Luca e da Sonia. Quando aprì  nel maggio 2003, c’era un tale caldo che non si trovava pesce



Correva il maggio del 2003. Si stava preparando un’estate bollente che, per l’ondata di caldo anomala, rimarrà negli annali del meteo, non solo nazionale.

In quella primavera caliente Silvano Luches, oggi 62 anni, corona il suo sogno: apre una pescheria a Opicina, nel suo rione. La filosofia, cui vuole dedicare l’attività, è “Solo pesce fresco”. Impegno non facile, perchè con la canicola che c’è la materia prima purtroppo scarseggia.

«Ma come, hai appena aperto e hai il bancone vuoto? In città invece si trova di tutto», dicevano i potenziali ma insoddisfatti clienti passando di lì. Silvano tace e aspetta. Il meteo cambia e la sua attesa viene ripagata. «Chi è tornato, non è rimasto deluso, i miei clienti non li ho mai traditi né imbrogliati», racconta adesso, dopo aver ottenuto la pensione grazie a quota 100, dopo 42 anni di lavoro trascorsi sempre nello stesso settore.

Il suo negozio di via Prosecco 6, dal significativo brand “Il Brigantino”, è stato rilevato da Luca, 40 anni, suo ex dipendente, e da Sonia, 32. «Sono due brave persone a cui sono davvero contento di aver lasciato la mia attività», sottolinea Luches.

A chi si chiederà come mai il negozio ha preso il nome del veliero con le vele quadre, l’ex pescivendolo risponde sorridendo maliziosamente: «Mi piace questo tipo di imbarcazione, ma volevo far intendere anche quel doppio senso insito nella parola …».

Con il “Brigantino” Luches, dopo l’esordio del 2003, è riuscito in poco tempo a raccogliere il consenso dei residenti del posto. «Sorriso, servizio di qualità e pazienza - sottolinea - per questo non ho mai avuto paura della concorrenza, a parte quelle circostanze in cui non si stabiliva un rapporto di correttezza con i colleghi, per me invece fondamentale».

«Sono riuscito ad avere come clienti tante acquirenti di Opicina, che poi venivano a comprare il pesce anche quattro volte alla settimana. Hanno capito che da me la materia prima era davvero fresca e pescata, mai surgelata: ogni mattina lo sceglievo con cura al mercato ittico».

E il suggerimento principale alle cuoche non implicava trascorrere una giornata intera davanti ai fornelli: «Non metteteci nulla – si raccomandava -, se la base è buona, basta quella». Per portare nelle case pesce fresco, Luches si svegliava alle 3.30: «Al mercato ittico in città andavo alle 4.30. Ancora adesso, anche se sono in pensione, ci vado qualche volta: giorni fa mi sono svegliato per caso alle 4 e sono andato a salutare i miei colleghi».

Nostalgia del banco pesce? «Sì, perché il mio lavoro lo facevo con passione. Però volevo andare in pensione, perché ero saturo, non del mio lavoro, ma della burocrazia e di tutto il resto. Ho incominciato presto operando all’ingrosso con mio zio e mio papà, tutta la mia famiglia ha sempre lavorato in questo mondo – conclude - Adesso posso finalmente dedicarmi ai miei hobby: modellismo e auto. E il tempo vola». —



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