«In questi anni si è perso il senso di appartenenza. Lavorerò per ricostruirlo»

Il neoeletto non risparmia critiche al predecessore Fermeglia e marca subito le distanze: «Con lui troppa burocrazia e procedure iper farraginose. Serve subito un cambio di passo»  
Lasorte Trieste 03/04/19 - Università, Confronto con Candidati Rettore
Lasorte Trieste 03/04/19 - Università, Confronto con Candidati Rettore

TRIESTE Rappresentare tutte le anime dell’Università e non solo l’area medica da cui proviene. È questo il primo obiettivo del nuovo rettore Roberto Di Lenarda, deciso anche a dare continuità al lavoro fatto dal suo predecessore, ma solamente per quanto riguarda l’attività di ricerca.



Professor Di Lenarda, l’alta affluenza al voto di queste elezioni sta a significare che erano particolarmente sentite.

Credo che l’alta partecipazione al voto sia un segnale importante per la nostra Università, come lo è stata l’ottima affluenza registrata nelle recenti elezioni studentesche. Per il ballottaggio ci si poteva aspettare un calo dei votanti, invece anche in questo caso la partecipazione è stata decisamente significativa. Il risultato ottenuto mi dà tanta forza e responsabilità, perciò in questo momento c’è un’umana soddisfazione per l’esito di questo percorso. Dall’altro lato, però, ovviamente sento la responsabilità e la consapevolezza che fare il rettore è qualcosa di molto gravoso perché il sistema universitario è complesso, i vincoli sono numerosi e c’è un oggetivo sottofinanziamento della ricerca universitaria, perciò sarà necessario dare il massimo per ottimizzare i risultati.

Un percorso in salita quindi?

Rimango comunque ottimista e credo che l’Università di Trieste abbia le condizioni per poter crescere come sta facendo la città. Sottolineo poi che il recente accreditamento dell’Anvur rappresenta un risultato straordinario che ci mette nelle condizioni di essere ottimisti per il futuro. Dovremo però essere bravi a investire nei rapporti umani con i docenti, i tecnici amministrativi e gli studenti, che sono la base per fare bene anche in futuro.

Dal dibattito preelettorale era trapelata la sua intenzione di prendere le distanze dall’operato del suo predecessore.

Ci sarà continuità rispetto alle cose positive, come le modalità di supporto all’attività di ricerca, mentre per quanto riguarda altri argomenti sono stato e rimango critico. Mi riferisco soprattutto alla farraginosità delle procedure amministrative e all’iperburocratizzazione di molte di queste. E ancora allo scollamento che si è prodotto fra la sede centrale e i dipartimenti, cosa che ha fatto venir meno il senso di appartenenza all’istituzione universitaria. A questo scopo bisognerà essere particolarmente trasparenti perchè solo in questo modo si potrà ottenere una comunanza di intenti e di obiettivi.

Come sarà la squadra che la affiancherà nei prossimi 6 anni di mandato?

Fino ad oggi la mia squadra non l’ho pubblicizzata perché, dal prossimo primo agosto (giorno ufficiale dell’entrata “in ruolo”,ndr) l’Università non sarà solo quella delle 407 persone che mi hanno scelto, ma dovrà rappresentare tutte le eccellenze dell’ateneo e rispettare tutte le anime della comunità accademica. E questo perché l’Università ha le potenzialità per fare bene, ma per riuscirci è necessario essere uniti.

Gli studenti richiedono a gran voce aule studio aperte anche durante le feste e nei week end, l’aggiornamento dei piani studi e la possibilità di avere una maggiore integrazione fra percorso di studi e le necessità lavorative delle aziende. Cosa devono aspettarsi?

Molte di queste loro istanze le avevo inserite nel programma. È prioritario fare in modo che gli studenti possano fare al meglio il loro dovere, ma il tema decisivo in tal senso saranno le disponibilità di bilancio. Dovremo perciò, da un lato, cercare di recuperare finanziamenti pubblici e, dall’altro, attingere risorse tramite le aziende private che volessero mettersi in gioco con l’Università. Questo per fare in modo di acquisire risorse da investire nel miglioramento della qualità della vita di chi vi studia e per mettere nelle condizioni tecnologiche e di strumentazione per poter fare ricerca di alta qualità.

Da cosa partirà quindi il primo agosto prossimo?

Sicuramente la prima sfida sarà quello di ricreare il senso di appartenenza all’Università che, lo ribadisco, esiste ma dev’essere rafforzato. Dovremo cercare da subito di semplificare le procedure per fare in modo che tutti lavorino nel modo migliore, recuperare il rapporto fra i dipartimenti e la sede centrale e in sostanza far vivere di più l’Università all’interno della regione del territorio. —

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