«In questi casi è meglio fare confusione anziché avvicinarsi»

«L'uomo aggredito è stato a dir poco imprudente. Sarebbe stato meglio fare confusione, sbattere dei coperchi, battere le mani, farsi sentire e l’animale sarebbe pian piano scappato». Paolo Zucca,...

«L'uomo aggredito è stato a dir poco imprudente. Sarebbe stato meglio fare confusione, sbattere dei coperchi, battere le mani, farsi sentire e l’animale sarebbe pian piano scappato».

Paolo Zucca, veterinario dell’Azienda sanitaria, esperto di comportamento animale, cercando di capire il perché di una tale reazione dei cinghiali ieri in Strada per Longera.

Spiega: «Per un animale selvatico, la strategia difronte ad un pericolo non è sempre la fuga, anzi - osserva - spesso tendono a mantenere la posizione. In questo caso i cinghiali si trovavano dentro ad un recinto e la difficoltà di scappare alla visita dell’uomo, con un oggetto in mano e accanto il grande cane, ha generato quella reazione».

I cinghiali sono animali pesanti, potenti. Difficilmente anche un cane di 60 chili come il pastore di Ciaplanina o del Caucaso è un grado di affrontarli. Nei combattimenti clandestini organizzati tra cani e cinghiali, ad un cinghiale vengono contrapposti più cani, spesso di razza Dogo argentino, Pitbull o Amstaff. «Senza tener conto - aggiunge il veterinario - che uno dei due suinidi può aver reagito anche a difesa dell’altro esemplare che poteva essere un fratello o comunque un membro appartenente al suo gruppo. Mai andare incontro ad un cinghiale, meno che meno con un cane che risulterebbe sempre perdente - conclude il veterinario- perché anche un ratto messo all'angolo, senza una rapida via di fuga, morsica». (l.t.)

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