Infortunio a bordo della nave a Monfalcone: operaio precipita nel vano scale
Cosciente, ma portato in codice giallo a Trieste. Sul posto carabinieri e Asugi per capire la dinamica del volo da 2 metri

È precipitato da un’altezza di poco più di due metri. Ha sbattuto capo e bacino, dopo esser finito in quella che i cantierini chiamano in gergo la “sfuggita”: di fatto un vano scala tra ponti che alla fine conduce, scendendo di livello verso il basso, fino alla sala macchine. Un operaio dell’appalto di nazionalità bengalese, residente a Monfalcone e occupato nel consorzio Blue line, è caduto a terra, attorno alle 11, mentre si trovava a bordo della Star Princess, ponte 2. La nave, conosciuta dai lavoratori col nome del prototipo, la numero 6311, è in prossima consegna.
Nell’infortunio a bordo l’uomo, di 39 anni, è rimasto sempre cosciente, muoveva gli arti ed è stato immediatamente assistito dalla squadra di emergenza interna di Fincantieri, accorsa con l’infermeria e i guardiafuochi. Questi hanno provveduto a prestare i primi soccorsi e a richiedere l’intervento a Panzano degli operatori sanitari del 112. Per tale motivo ha sorvolato per diversi minuti l’area, l’elisoccorso giallo dell’emergenza, che alla fine ha fatto approdare in banchina medico e personale infermieristico, mentre via terra l’automedica entrava nello stabilimento. La vittima, in codice giallo, quindi in situazione mediamente critica per la presenza di un rischio evolutivo, cioè in potenziale pericolo di vita, è stata quindi trasportata all’ospedale di Trieste, tenuta sotto osservazione per cure e accertamenti necessari.
Tutta da chiarire, invece, la dinamica dell’infortunio, che ha visto accorrere sul posto pompieri, la gazzella dei carabinieri di via Sant’Anna, nonché – da prassi in questi casi – il personale Asugi della Struttura complessa di Prevenzione sicurezza negli ambienti di lavoro. Indagini sono in corso ed è stata avvisata l’autorità giudiziaria, anche se pare nessun ambiente, almeno nel primissimo pomeriggio, sia stato posto sotto sequestro.
In piena collaborazione con le autorità competenti, sono state attivate tutte le procedure previste dai protocolli di sicurezza, fa sapere intanto Fincantieri, che esprime la propria vicinanza al lavoratore e alla sua famiglia.
In merito alla ricostruzione è circolata una versione stando alla quale il 39enne pare stesse maneggiando un dispositivo. Secondo alcuni sarebbe stato impegnato ad allungarsi le “maniche” per il cannello, uno strumento a forma di tubo in cui confluiscono acetilene o metano e ossigeno: il mix agevola il taglio delle lamiere d’acciaio, appunto tramite quell’apparecchiatura. In realtà non c’è alcuna certezza sul fatto che l’operaio stesse gestendo le maniche o dei cavi: sono tutti aspetti che solo l’autorità competente potrà nel corso delle indagini effettivamente appurare. Tant’è che l’attività si sta concentrando in queste ore proprio per capire come siano andate le cose.
Comunque a un certo punto, per cause ora al vaglio, l’uomo è caduto, precipitando nella “sfuggita”. Questo il commento della Fiom-Cgil col delegato Moreno Luxich, che al momento dell’infortunio era impegnato proprio in una riunione sulla sicurezza: «Certamente non va bene che qualcuno si faccia male lavorando». Sul posto subito dopo, il sindacalista ha visto portare via in barella il ferito, cosciente. «Pare stesse effettuando il posizionamento di un macchinario – dice – quindi le cose sono due: o non si è accorto del buco oppure è inciampato. Le “sfuggite”, in genere, hanno una segnalazione o sono chiuse».
Stando a Fincantieri erano presenti tutti i dispositivi di sicurezza. «Oggi – sempre Luxich, rsu e rls – avremo l’incontro con l’azienda e chiederemo nel dettaglio la dinamica, per capire quanto accaduto e accertare vi siano state eventuali mancanze, sottovalutazioni o responsabilità. Ringrazio i nostri soccorsi interni che tempestivamente, con guardiafuochi e personale infermieristico, hanno avuto la capacità di valutare la situazione e chiamare i soccorsi esterni». Parole condivise dal collega Andrea Holjar della Uilm.
«Con l’azienda valuteremo quanto è successo – afferma Michele Zoff della Fim Cisl – nell’auspicio ci informi su tutte le circostanze, al momento solo in parte note. Pare l’operaio stesse allungandosi le maniche del cannello dell’ossigeno per tagliare l’acciaio, ma non si sa cosa avesse davvero in mano e se sia o meno scivolato». L’infortunio, al ponte 2. «L’importante – termina Zoff – è che si riprenda e non riporti conseguenze gravi».
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