Insulti e pugni alla “collega” In carcere tre prostitute

Aggredita perché non voleva pagare alle altre 100 euro al giorno. Le donne accusate anche di avere incaricato un uomo, poi denunciato per violenza, di darle una lezione
Di Matteo Unterweger
20100319 - ROMA - SOI - PROSTITUZIONE: DA EROS CENTER A CARCERE, LEGGI E PROPOSTE. Prostitute sulla via Salaria a Roma, in una immagine di archivio. La proposta di Daniela Santanche' di consentire la prostituzione nei piani superiori di alcuni locali pubblici e' solo l'ultima di una lunga serie. Ad oltre 50 anni dall'entrata in vigore della legge Merlin, approvata dal Parlamento il 20 febbraio 1958 e da allora periodicamente messa in discussione, la prostituzione continua a essere uno dei temi sociali piu' frequentemente oggetto di proposte di legge. Solo negli ultimi due-tre anni, se ne contano almeno una dozzina. E spaziano dalla revisione della Merlin, appunto, agli eros center, alle zone a luci rosse fino al divieto di esercitarla in pubblico come previsto dal ddl del ministro Mara Carfagna. ANSA/ALESSANDRO DI MEO/DRN
20100319 - ROMA - SOI - PROSTITUZIONE: DA EROS CENTER A CARCERE, LEGGI E PROPOSTE. Prostitute sulla via Salaria a Roma, in una immagine di archivio. La proposta di Daniela Santanche' di consentire la prostituzione nei piani superiori di alcuni locali pubblici e' solo l'ultima di una lunga serie. Ad oltre 50 anni dall'entrata in vigore della legge Merlin, approvata dal Parlamento il 20 febbraio 1958 e da allora periodicamente messa in discussione, la prostituzione continua a essere uno dei temi sociali piu' frequentemente oggetto di proposte di legge. Solo negli ultimi due-tre anni, se ne contano almeno una dozzina. E spaziano dalla revisione della Merlin, appunto, agli eros center, alle zone a luci rosse fino al divieto di esercitarla in pubblico come previsto dal ddl del ministro Mara Carfagna. ANSA/ALESSANDRO DI MEO/DRN

Un’aggressione nella notte. Tre donne di nazionalità rumena si scagliano contro una loro connazionale, aggredendola con pugni e strattonandole i capelli. Un’azione punitiva messa in atto perché la donna, S.E. le sue iniziali, si rifiuta di pagare loro 100 euro al giorno per “poter” stazionare nella zona dove si prostituisce. Le tre, a loro volta prostitute, ritengono infatti che sostanzialmente quel punto faccia parte del “loro territorio”, cioè rientri nell’area dove esercitano. Il raid è avvenuto nella notte fra venerdì e ieri, attorno a mezzanotte, in corso Cavour e ha fatto seguito ad altri episodi di minacce e violenza nei confronti della donna. Ma l’aggressione dell’altra notte è stata interrotta dal pronto intervento dei poliziotti della Squadra mobile e dei carabinieri del Nucleo investigativo, che hanno bloccato le tre, procedendo poi al loro fermo. Una volta identificate, Valentina Cristina Botea di 28 anni, Vasilica Ionala Graor di 37 e la venticinquenne Georgiana Elena Timofte sono state dunque trasferite al carcere di via del Coroneo. Un intervento, quello di polizia e carabinieri, coordinato dal pm Federico Frezza nell’ambito dell’indagine avviata nei primi giorni di marzo dopo le denunce presentate da S.E.

Nei confronti delle tre fermate l’accusa è di concorso in tentato sfruttamento della prostituzione mediante violenza e minaccia. Prima dell’aggressione dell’altra notte, Botea e Graor, ogni volta assieme a una terza persona, avevano già preso di mira - secondo la ricostruzione degli inquirenti - in quattro precedenti occasioni l’altra prostituta, S.E., nuova presenza in città evidentemente a loro sgradita, pretendendo di ricevere da lei 100 euro a notte per consentirle di rimanere nella zona ad attendere clienti. S.E., dal canto suo, si è sempre rifiutata di dare loro i soldi. Le tre sono inoltre accusate di aver incaricato il trentenne Codrin Lungu, cittadino rumeno, di dare una lezione alla connazionale, rea a loro avviso di aver appunto risposto di “no” alla richiesta di denaro. Lungu, che è a sua volta indagato per l’ipotesi di reato di aver tentato - in concorso con le tre connazionali fermate - di sfruttare il meretricio di S.E., era stato arrestato poco più di una settimana fa dai carabinieri di via Hermet perché accusato di aver portato la stessa S.E. a casa propria dopo essersi finto un cliente e lì di averla schiaffeggiata, minacciata puntandole un coltello al collo e infine costretta ad avere un rapporto sessuale con lui. Lungu, durante l’interrogatorio davanti al pm Frezza e nel corso di quello al cospetto del gip Luigi Dainotti (che ne ha poi convalidato il fermo), ha contestato le accuse relative all’aggressione e alla violenza sessuale, dichiarandosi in proposito innocente.

L’ultimo episodio in ordine di tempo denunciato da S.E. prima del raid in corso Cavour interrotto dall’intervento di polizia e carabinieri, risale alla notte fra mercoledì e giovedì scorsi. In quel frangente, secondo la ricostruzione degli inquirenti, Botea e Graor assieme a una terza donna avevano raggiunto S.E., intimandole nuovamente di procedere alla consegna dei 100 euro: all’ennesimo rifiuto da parte della connazionale, erano scattate le minacce seguite da un pugno con cui era stata colpita allo stomaco e alcuni schiaffi. Inoltre - sempre secondo quanto riferito da S.E. alle forze dell’ordine - le avevano anche spento una sigaretta sulla guancia. Due notti più tardi, la spedizione punitiva di Botea, Graor e Timofte. Sorprese e fermate però da poliziotti e militari dell’Arma. E infine condotte in carcere.

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