Intesa fa marcia indietro su Generali

TRIESTE. Generali, la guerra è finita. L'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, boccia l’idea di avanzare su Trieste prima ancora di schierare le truppe. La prima banca italiana non vede infatti opportunità dalla possibile integrazione tra i due gruppi. I vertici di Intesa in un comunicato annunciano di avere «completato le valutazioni di ipotesi riguardanti possibili combinazioni industriali» con il Leone. Il Ceo Messina chiarisce di non avere individuato opportunità «rispondenti ai criteri di creazione e distribuzione di valore per i propri azionisti». A un mese dai primi rumors, si chiude così una sfida “virtuale” ma seguita con molta attenzione sui mercati.

Intesa si è mossa per difendere l’italianità del Leone di fronte a possibili “relazioni pericolose” con i francesi di Axa. Dall’altra parte il gruppo triestino ha reagito comprando il 3% della prima banca italiana: a quel punto Cà de Sass avrebbe avuto come unica opzione quella di lanciare un’offerta in contanti o carta su almeno il 60% del capitale del Leone oppure l'avvio di una trattativa amichevole. Una contromossa, quella del Leone, seguita con soddisfazione dal socio forte Mediobanca.
Il passo indietro di Intesa era nell'aria. Messina, all'inizio di febbraio, aveva annunciato di volersi prendere «tutto il tempo necessario» per riflettere al meglio sulla decisione puntualizzando nel corso di un road show con gli investitori di non avere intenzioni ostili. Ma sull’avvio di una trattativa amichevole a Trieste non è mai arrivato alcun segnale. Sullo sfondo un tam tam di indiscrezioni sul destino del più grande gruppo finanziario italiano insidiato da Axa (che si è chiamata fuori escludendo piani di nozze) ma anche esposto ai venti di consolidamento nel sistema europeo delle polizze. Si è temuto anche il rischio di uno “spezzatino” di Generali nell’ipotesi di una vendita delle attività estere. Fra le varie indiscrezioni c’è stata infatti anche quella di un possibile ingresso al fianco di Intesa dei tedeschi di Allianz.
Le grandi manovre sono cominciate il 24 gennaio quando Intesa ha chiarito di valutare «possibili combinazioni industriali» con Generali ricordando l'interesse a crescere nel risparmio gestito, nel private banking e nell'assicurazione. Sulla vicenda il 3 febbraio ha poi precisato trattarsi solo di un case study, nell'ambito delle molteplici valutazioni del management.
La banca di Messina ha poi chiarito a più riprese che la sola condizione per procedere sarebbe stata il poter mantenere l'impegno di creazione e distribuzione di valore per i soci e la propria solidità patrimoniale. Condizioni che evidentemente sono mancate: «Non siamo corsari», ha detto alla fine il Ceo di Intesa consapevole della crescente irritazione proveniente dalla compagnia di Philippe Donnet.
Chiuso il dossier sul gruppo triestino, il gruppo bancario guarda dunque avanti. E chiarisce invece cosa intende fare ora. A partire dalla volontà di crescere in maniera organica, «preservando la leadership di adeguatezza patrimoniale, secondo linee d'azione che saranno alla base del prossimo Piano di Impresa e in continuità con il Piano di Impresa 2014-2017».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo










