«Io escluso pur avendone diritto»

L’ex addetto Grandi Motori: «Tanti colleghi si sono ammalati e oggi non ci sono più»
«Il mio caso è eclatante, ma non è certo l’unico». A partire dal 1978 Omar Husu ha lavorato alla Grandi Motori, poi Fincantieri e Wartsila. Ha operato su navi in tutto il mondo, dalla Cina al Venezuela. E il suo è un esempio da manuale di lavoratore i cui diritti sono stati negati dal venir meno dei benefici previdenziali per gli esposti amianto.


Qual è la sua storia?


La mia vicenda è simile a quella di tanti altri. I benefici previdenziali per gli esposti erano stati pensati in modo ragionevole: visto che lavorare con l’amianto riduce l’aspettativa di vita, il legislatore aveva deciso di darci la possibilità di andare in pensione prima. Era razionale. Ma nel 2005 tutto ciò fu bloccato dal governo Berlusconi. Tutti quelli che avevano presentato gli incartamenti entro una certa data potevano aver accesso ai benefici. Gli altri no, pur avendone diritto.


Nel suo caso?


Io non ce l’ho fatta per un motivo molto semplice. In quel periodo lavoravo come trasfertista, e quindi essendo spesso all’estero e non seguivo le varie vicende legislative. Presentai la domanda tra il 2003 ed il 2005, periodo in cui venne emanato un decreto legge (269/2003) nel quale venivano stravolti i benefici di legge limitando agli atti di indirizzo i benefici preesistenti. In più veniva posta la parola fine alla presentazione di qualsiasi richiesta nell’ottobre 2005. Pur ricorrendo alle vie legali, il giudice ha dichiarato inammissibile per 2 volte le mie richieste per il fatto che non ho presentato domanda prima del 2003. Ma il mio curriculum prova chiaramente che sono stato esposto all’amianto almeno fino all’84. Senza contare che le sentenze confermano che l’amianto era presente in Grandi Motori fino al ’92.


Insomma non ha potuto andare in pensione.


Quest’anno mi trovo a toccare la soglia dei 40 anni di lavoro e, visto che qua le cose cambiano ogni settimana, finirò per dover fare 51 anni di contributi. Mi pare oggettivamente troppo, soprattutto per un lavoratore esposto all’amianto.


Tra i suoi colleghi c’è chi è stato colpito da patologie?


Sappiamo benissimo che l’amianto ha una decorrenza decennale. Tempo fa si pensava che il picco fosse già passato, invece i casi aumentano. Molti colleghi con cui ho lavorato non ci sono più. Uno che lavorava fianco a fianco con me è deceduto l’anno scorso. A me e a tanti altri è stata tagliata la possibilità di andare in pensione prima, anche se la nostra aspettativa di vita è più bassa.


Le è capitato spesso di vedere l’amianto?


Ho lavorato a bordo di navi in tutto il mondo: Sudamerica, Cina, Stati Uniti, Africa. Il navale è sempre stato la mia passione. L’ultima grande trasferta che ho fatto è stata la rimotorizzazione delle fregate del Venezuela nel 2000. Erano vecchie fregate classe Lupo, fatte in Italia nella seconda metà degli anni Settanta. Le carte dicevano che non c’era amianto, ma lì tutto brillava. Non erano mai state bonificate.


(g.tom.)


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