Iris ha chiuso definitivamente i battenti elargendo 6,4 milioni ai Comuni isontini

Scarsi finanziamenti, crisi, patto di stabilità, tagli. Sono parole di uso ormai quotidiano fra i sindaci dei 25 Comuni dell’Isontino (e non solo), sempre più in difficoltà nel gestire la cosa pubblica visto che la coperta si è accorciata repentinamente. Ma un aiuto, un ultimo aiuto arriverà dal “tesoretto” Iris. La vecchia società è stata definitivamente liquidata e, in dote, porta a tutte le municipalità dell’Isontino 6.441.507,10 euro in contanti.
La parte del leone la farà il Comune di Gorizia (quello più grande e quello che aveva più quote all’interno della società) che andrà ad incamerare 2.456.014,35 euro «in denaro contante», scandisce chiaramente la delibera approvata nel corso dell’ultima seduta del Consiglio comunale. Non è tutto. Perché, dalla definitiva liquidazione societaria, arriveranno anche 475.408,22 euro (corrispondenti ai crediti di natura fiscale che saranno incassati da Isontina Ambiente srl) e 689 azioni Apt spa per un valore nominale di 355.840,94 euro e un valore di iscrizione a bilancio di 2.160.779,31 euro.
Una maxi-operazione che porterà ossigeno alle casse comunali. Monfalcone, il secondo Comune più grande, otterrà 963.301,12 euro mentre, sul terzo gradino del podio, c’è Ronchi dei Legionari al quale verranno indirizzati 435.459,90. Risorse che permetteranno alle varie amministrazioni comunali di finanziare lavori pubblici utili per le rispettive comunità.
Felice l’assessore comunale alle Società partecipate, Dario Obizzi. Che ricorda anche la partita (altrettanto importante strategicamente) della partecipazione in Apt (del valore complessivo di 5.663.813 euro) detenuta dalla stessa Iris e che corrisponde a 1.806 azioni. «Il nostro Comune - spiega Obizzi -, andando ad incamerare 689 azioni, diventerà il secondo socio più importante all’interno di Apt e il primo pubblico. Peserà il 19%. Ad avere più azioni oggi all’interno dell’Azienda provinciale è l’Atap di Pordenone. Significa che acquisiremo ancora maggior peso all’interno della governance dell’azienda isontina che si occupa di trasporto pubblico». Ma perché Iris “regala” così tanti soldi ai Comuni? Tutto deriva dalla vendita, effettuata già parecchi anni fa, del ramo-energia. Iris nacque nel 2003 per effetto della fusione dell’Amg spa di Gorizia, dell’Enam spa di Ronchi dei Legionari e dell’Ami di Gradisca d’Isonzo. La società svolgeva attività che ricomprendevano la gestione integrata delle risorse idriche, la gestione integrata delle risorse energetiche, la gestione dei servizi ambientali e di servizi vari.
Ad un certo punto, i Comuni decisero di vendere il ramo-energia: Iris ha, quindi, ceduto le quote della società partecipata Isogas alla newco costituita al 70 % da Eni spa di Roma e al 30 % da Acegas–Aps spa di Trieste e ha conferito il ramo d’azienda dei rifiuti ad una società di nuova costituzione (Ambiente Newco srl, poi trasformatasi in Isontina Ambiente) diventando, quindi, una società operativa solamente nel settore dei servizi pubblici locali in materia ambientale. A conclusione di queste operazioni, Iris (e, quindi, i Comuni) ha incassato, per la cessione del settore energetico, qualcosa come 74 milioni di euro, di cui i 6,4 di cui parliamo oggi costituiscono l’ultima tranche.
È iniziata, così, l’attività liquidatoria di Iris. E nell’ultimo Consiglio comunale sono state approvate «le operazioni necessarie alla conclusione della fase liquidatoria della società Iris», si legge nella delibera finale. —
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