Isontino, 114 serrande chiuse in un anno

Solo 57 le aperture. Male i settori dell’abbigliamento e dell’alimentare. Le tabaccherie soffrono la concorrenza slovena: sono passate da 210 a 160 in un decennio
Di Francesco Fain

La crisi del commercio non è un’esclusiva di Gorizia. Colpisce dappertutto. Colpisce nell’intero Isontino.

La conferma (ulteriore) arriva dalle statistiche della banca-dati della Camera di commercio che ha stilato un elenco delle attività operanti nel comparto commerciale al dettaglio: a corredo di questo servizio, peraltro, c’è un grafico che riassume i numeri salienti.

Iniziamo dal dato complessivo. Nel corso del 2013 hanno chiuso i battenti 114 attività. A fronte si sono registrate 57 aperture. In pratica, mai come in questa occasione, “vale” il detto che ogni due negozi cancellati, ne nasce uno soltanto. Insomma, la crisi continua a presentare quotidianamente il conto, un conto salato.

La crisi

per settore

Male, decisamente male il settore dell’abbigliamento. In tutta la provincia sono spariti 17 negozi di questa tipologia e il numero delle aperture (sei soltanto) non riesce minimamente a tamponare la persistente emorragia. Del resto, come abbiamo scritto più volte sulle colonne di questo giornale, l’abbigliamento ebbe uno sviluppo persino spropositato sino agli anni Ottanta: erano infatti spuntati negozi come funghi costruiti su misura (ci riferiamo soprattutto a Gorizia-città) per la clientela slovena. Oggi che i compratori sloveni si rivolgono altrove, molti esercizi chiudono i battenti perché non riescono a riconvertirsi. Non è migliore la situazione del comparto alimentari: sempre nel corso del 2013 le chiusure sono state otto mentre le iscrizioni non hanno superato quota “quattro”. Segnano il passo anche le cartolerie e le edicole (11 chiusure, quattro aperture) mentre le tabaccherie (3 iscrizioni, 7 cancellazioni) continuano a risentire pesantemente della concorrenza slovena: le vendite sono crollate del 70% e le attività sono scese da 210 a 160 in un decennio. Sì, basterebbero questi due numeri per inquadrare l’entità della crisi che ha colpito i tabaccai. La concorrenza d’oltreconfine non solo ha messo in ginocchio i benzinai ma sta presentando il conto giorno dopo giorno anche a questa categoria. Altri dati salienti? I negozi di fiori e piante sono, complessivamente, 55: il bilancio è quasi pari perché alle tre aperture hanno fatto seguito quattro chiusure. Nessuna nuova serranda aperta nel campo delle gioiellerie e oreficerie: però, ci sono state due cancellazioni nel corso del 2013 in tutto l’Isontino. La ricerca rivolge lo sguardo anche al settore degli ambulanti, seppure limitatamente a coloro che vendono alimentari e bevande: oggi ce ne sono trenta complessivamente. Nel corso del 2013 due persone hanno deciso di intraprendere tale attività mentre tre hanno chiuso i battenti.

Il microcosmo

goriziano

Qualche segnale di controtendenza pare arrivare da Gorizia. Anche se il bilancio definitivo verrà fatto il prossimo 31 dicembre prossimo.

Non più tardi di qualche giorno fa abbiamo scritto di diverse attività che hanno aperto (o stanno per aprire) lungo Corso Verdi e Corso Italia. E non è un dato di poco conto perché a sentire maggiormente la crisi continuano ad essere i negozi più piccoli, i quali evidentemente faticano a restare sul mercato. La causa? Oltre alla crisi persistente, gli affitti che non accennano a diminuire nonostante gli appelli continui e incessanti a fare qualcosa da parte di negozianti e esercenti.

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