Ivan Gergolet porta a Berlino la danza-terapia

BERLINO. Si intitola “Dancing with Maria” ed è il documentario che Ivan Gergolet, originario di Doberdò del Lago e residente a Trieste, ha girato sulla ballerina Maria Fux, figura mitica del ballo argentino e pioniera della danza-terapia, che ancora oggi, a novantadue anni, insegna a chi bussa alla sua porta, danzatori di qualsiasi condizione ed estrazione sociale, ma anche uomini e donne con malattie fisiche e mentali, formando gruppi di danza integrati.
Il documentario è stato scelto dalla Berlinale Talents, sei giorni di incontri, discussioni e brainstorming tra film-maker, produttori, montatori, attori e altri operatori di ambito cinematografico. A spiegarci meglio, qui a Berlino, c’è Manuela Buono, anche lei triestina, invitata come distributrice. «Fino a due anni fa venivano selezionati più che altro talent artistici, ora c’è anche questa nuova sezione per i distributori. Berlinale Talents consiste in una sorta di scuola che si occupa di formare giovani nei vari indirizzi. In questa nuova sezione hanno preso dei distributori che propongono nuovi modi di fare marketing, cercando strategie innovative per arrivare al pubblico. Durante gli incontri portiamo la nostra esperienza in questo campo, ma ragioniamo anche insieme su progetti futuri».
Manuela Buono è reduce di un importante successo dal momento che è stata lei a seguire l’operazione di vendita internazionale dell’ormai famoso “Zoran, il mio nipote scemo” del goriziano Oleotto, prossimamente in uscita anche in Germania, Austria, Spagna e Portogallo. «Di Zoran e della sua “osmiza” ne hanno sentito parlare un po’ tutti, mi porto dietro questa importante esperienza che è un buon biglietto da visita - racconta - però ora mi concentro su “Dancing with Maria”, che avrà uno stile diverso perché il film è diverso, senza però rinunciare ad alcune strategie che hanno funzionato in Zoran e che quindi cercherò di riproporre. Per esempio eventi “live” in grado di far rivivere l’atmosfera del film».
Sperando di poter replicare il successo del film di Oleotto, anche “Dancing with Maria” nasce sotto una buona stella, a partire dalla produzione Transmedia di Igor Princic, contando sul contributo del Fondo regionale per l’audioviosivo FVG. E ieri, a Postdamer Platz, è arrivato anche il regista Ivan Gergolet, che ci ha raccontato com’è nato il progetto: «L’idea del film è nata dopo un viaggio che ho fatto a Buenos Aires con mia moglie per accompagnarla a un seminario di Maria Fux. Lei mi aveva chiesto di farle un regalo, voleva che portassi con me la telecamera per fare un’intervista a Maria, senza nessun tipo di pretesa, solo per portarci dietro un ricordo di quell’esperienza. Io raccolsi l’intervista, Maria mi permise di riprendere anche alcuni passaggi del suo seminario e al rientro ho montato il materiale. E’ stato Igor Princic, vedendo quei cinque minuti di montaggio qualche mese dopo, a rendersi conto delle potenzialità che c’erano. Mi ha rispedito immediatamente in Argentina per proporre a Maria di lavorare insieme a un film». Non si tratta di un bio-pic assicura il regista «qua non si racconta la sua carriera, ma piuttosto come la danza possa cambiare la vita della persone».
Attualmente in postproduzione, il documentario verrà terminato alla Casa del Cinema di Trieste sulle musiche del compositore triestino Luca Ciut e poi si penserà al futuro: «Vorremmo uscire in sala ma dei festival è ancora prematuro parlare, intanto finiamo il film», dice prudente Gergolet mentre, anche per mentalità professionale, Manuela Buono non sembra avere dubbi: «Per le opere prime i festival sono importanti, offrono una garanzia di qualità, e quindi ora sto cercando chi lo terrà a battesimo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo