Jovanotti: «Al PalaTrieste chiuderemo la tournée»

di Laura Tonero
«Il mio tour ripartirà da Bologna e si chiuderà a Trieste». La notizia è stata data direttamente da Lorenzo Jovanotti nel corso di una lunga intervista rilasciata a Daria Bignardi durante la trasmissione “Le Invasioni Barbariche” andata in onda venerdì sera su La7.
«Proprio oggi – ha spiegato il cantante nel corso della diretta - ho ricevuto una telefonata che mi ha avvisato del fatto che per problemi di agibilità il PalaTrieste verosimilmente non sarà disponibile il 2 febbraio. Per evitare contrattempi abbiamo deciso che quella di Trieste sarà la data finale del tour».
La conferma, ancora con qualche margine di dubbio, arriva anche da Azalea Promotion, società organizzatrice del concerto. «Attendiamo ancora un paio di giorni per la conferma dell’inagibilità del PalaTrieste – spiega Luigi Vignando, ufficio stampa di Azalea - altrimenti, come ipotizzato anche dal management di Jovanotti, a Trieste i primi di marzo si terrà l’ultima tappa del tour».
Se, come è ormai prevedibile, la data triestina del prossimo 2 febbraio salterà, il cantante dovrebbe calcare il palco triestino il 2 o il 3 marzo. I concerti di Cherubini dovrebbero dunque ripartire il 4 febbraio prossimo da Casalecchio di Reno (Bo) per poi andare a riempire i palazzetti di città come Taranto, Modena, Padova, Rimini, Torino.
Il programma del tour prevedono uno o due giorni di pausa tra un concerto e l’altro. Visibilmente commosso è apparso Jovanotti nel corso della lunga intervista: non si è sottratto alle domande di Daria Bignardi inerenti il crollo del PalaTrieste e la tragica scomparsa del giovane studente-operaio. «Quel ragazzo non l’ho mai conosciuto ma – ha ammesso - è diventato immediatamente una sorta di parente stretto».
E mentre la regia proiettava alle sue spalle una grande foto del giovane Pinna, Jovanotti ha raccontato anche del suo incontro con i genitori di Francesco. «Sono andato a casa loro, era importante per me – ha ammesso - loro mi hanno accolto perché io con questa storia non c’entro. Anzi, - ha precisato – non c’entro niente e c’entro completamente visto che è mia la faccia sui manifesti del tour».
Quindici giorni prima della disgrazia, Francesco Pinna aveva lavorato anche al montaggio del palco che ospitava lo spettacolo di Checco Zalone e mesi prima per un concerto a Venezia. «Faceva le cose che facevo io a 19 anni – ha considerato il cantante - aveva tutta la vita davanti, aveva tanti progetti e amava il mondo dei concerti».
Jovanotti nel corso della trasmissione si è tolto anche un sassolino dalla scarpa. Non ha omesso infatti di sottolineare la sua contrarietà agli attacchi di chi ha voluto far passare il mondo dei concerti per un settore che sfrutta i giovani e che non osserva le normative sulla sicurezza. «E’ un modo di rigide normative e di costanti controlli, – ha precisato – il rischio è pari a 0 ma come in tutti i cantieri la possibilità di un incidente purtroppo c’è».
Dopo la sospensione de “L’Ora tour”, Jovanotti e i suoi musicisti adesso hanno deciso di ripartire. «Dopo quello che è successo a Francesco né io né il mio staff ce la sentivamo di proseguire – ha concluso – ma ora voglio ripartire perché, in fondo, è l’unica cosa che so fare».
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