La “carica dei 350mila” incorona Trieste turistica

TRIESTE. Il salto triplo si è completato: la Barcolana nata come festa della vela e trasformatasi da qualche anno in festa del mare, ha fatto ora il balzo più grande diventando la festa di Trieste. Se non ci fosse stato quel terribile sabato di tregenda, tutti i dubbi sarebbero stati spazzati via sul fatto che questa sia stata anche l’edizione numericamente più seguita. È probabile sia stato comunque così dal momento che una prima stima rileva che ben 350mila persone sono state coinvolte nelle manifestazioni e in particolare nelle visite al Villaggio, che hanno caratterizzato gli ultimi quattro giorni della settimana, da giovedì a domenica.
Da qualsiasi lato la si guardi: ristoranti, bar, negozi, alberghi, musei, la manifestazione ha innescato un circolo virtuoso di successo, ma al contempo ha fornito anche validi suggerimenti per il futuro. Un colpo da maestro messo a segno dal presidente della Società velica di Barcola e Grignano, Mitja Gialuz è stato l’aver spostato l’arrivo della regata davanti a piazza Unità, fatto che si è potuto concretizzare per la prima volta quest’anno (dopo la bonaccia del 2014): in questo modo i triestini hanno sentito la Barcolana come qualcosa che appartiene a tutti loro.
«Ha vinto Trieste»: è il commento che fa nel day after il sindaco Roberto Cosolini che preliminarmente intende ringraziare per questo tutti gli organizzatori, le forze dell’ordine e la Protezione civile. «Siamo riusciti a trasformare una situazione difficile (una raffica di bora sabato notte ha toccato i 150 chilometri orari, ndr.) in un formidabile evento. Credo che gli stand domenica siano riusciti a recuperare quanto perduto il giorno prima, ma il maltempo di sabato ha comunque favorito tutti gli spazi chiusi di intrattenimento, cultura e ristorazione in città. Due elementi nuovi hanno potuto manifestarsi quest’anno: l’interesse dei triestini nei confronti del Porto vecchio e la voglia di approfondire il secolare rapporto tra la città e la marineria».
«La notte tra sabato e domenica ha fatto registrare il tutto esaurito nei tremila posti-letto negli alberghi della provincia - spiega Cristina Lipanje presidente Federalberghi Trieste - e credo che altrettanto sia accaduto con i bed&breakfast e gli appartamenti vacanze che hanno avuto un’espansione tumultuosa e che ormai credo offrano altrettanti posti. Alcune disdette causate dal maltempo sono state presto rimpiazzate da nuove prenotazioni e anche gli stranieri non sono mancati tra i quali anche gruppi di inglesi». Ma persone sono state alloggiate in tutto il perimetro tra Monfalcone e Sesana. Nelle strutture ricettive cittadine, la Coppa d’autunno allunga l’estate, che in questi ultimi anni registra un aumento di arrivi e presenze. «Ce ne vorrebbero tante di Barcolane - aggiunge Lipanje - ma al di là delle battute ci vorrebbe una ripresa del turismo congressuale oggi quasi azzerato perché il vero periodo morto per gli alberghi triestini è quello che va dal 2 gennaio a fine marzo».
Il concetto di “festa globale” è ripreso da Bruno Vesnaver, presidente della Federazione pubblici esercizi. «Fino a qualche anno fa - riassume - c’erano le barche e il Villaggio, oggi tutta la città è coinvolta anche nei suoi aspetti culturali e artistici. Grazie anche al Comune che ci ha favoriti con gli orari di apertura e gli spazi all’aperto, in questi giorni i locali sono stati pieni sia di triestini che di turisti. Attorno alla manifestazione ruotano ormai grandi sponsor, e a cena nei ristoranti si presentano anche comitive di 20-30 persone. Importante è a questo punto - aggiunge Vesnaver - alzare il livello qualitativo dell’offerta enogastronomica valorizzando i prodotti del nostro territorio. Le mozzarelle di bufala, per fare solo un esempio, c’entrano poco con le nostre terre». Alla fine una tiratina d’orecchi del presidente Fipe a quei locali, alcuni anche in prossimità delle Rive che domenica, nonostante la partenza ritardata della Barcolana, avevano già chiuso la cucina alle 15.
Gongola anche Franco Rigutti, vicepresidente di Confcommercio: «Città piena come un uovo di triestini, partecipanti alla regata e turisti e molti di tutte queste categorie anche acquirenti. Numerosi come al solito gli sloveni, i croati e gli austriaci. Ma a fare shopping in centro c’era, ad esempio, anche un gruppo di canadesi che si sono fermati a Trieste addirittura per una settimana. Domenica la gente è stata in giro fino alle 10 di sera e nel corso della giornata molti sono stati i negozi rimasti aperti». Ma come informa l’assessore comunale alla Cultura, Paolo Tassinari, al di la delle mostre specificatamente organizzate (2.700 in tre giorni a quella di Palazzo Gopcevic per la mostra su Saturnia e Vulcania) per la Barcolana anche i musei comunali sono stati meta di visite massicce totalizzando, solo tra venerdì e domenica, 5.400 visitatori. Un dato questo che non comprende Miramare.
Per fare il salto nel grande giro del turismo italiano ed europeo, Trieste può contare sulla Barcolana come un autentico trampolino, ma non basta perché l’incidenza sul Pil provinciale di questo settore divenga finalmente significativa. «Servono altri due fattori - spiega il sindaco - che sono un forte attrattore e un altro evento di forte richiamo nell’altra sezione del calendario, più o meno a primavera. Il primo sarà il Grande museo del mare in Porto vecchio e siamo già al lavoro. Stiamo per mettere assieme Comune, Autorità portuale, Italia Marittima (ex Lloyd Triestino), Fincantieri, Istituto Nautico, Camera di commercio e Associazione Aldebaran per fare un censimento dei reperti e partire poi con il progetto che potrebbe prevedere anche qualche importante apporto esterno, come ad esempio il sottomarino. Quando al secondo evento, è ora di incominciare a pensarci».
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