La carta d’identità di Francesca, classe 1865, dentro un libro usato. Appello per restituirla

Il documento trovato per caso da un triestino in una vecchia edizione di “Guerra e pace”. Partita la ricerca di parenti 

IL CASO



Italiana, statura media, capelli biondi, occhi cerulei, naso rettilineo, bocca regolare, colorito pallido. Segni particolari? Nessuno. Era così Francesca, che di cognome, da sposata, faceva Janusic o forse Janosich, come si firmava. Una casalinga vedova, nata il 6 aprile 1865 a Cave Auremiane, frazione di Divaccia, oggi Vremski Britof, la cui carta d’identità, per caso, è stata ritrovata di recente da un triestino, Andrea Krizman, in una vecchia edizione di “Guerra e pace”, comprata mesi fa da un rigattiere di via San Michele.

«Cerco spesso libri usati – spiega –. Dopo sei mesi dall’acquisto, quando ho iniziato a leggere questo volume, è saltata fuori la carta d’identità che mi ha molto incuriosito. Mi piacerebbe rintracciare un parente della signora o un discendente, a cui vorrei restituirla». Per raggiungere questo obiettivo Krizman ha usato i social network e ha fatto diverse ricerche andando nel paesino d’origine di Francesca e all’indirizzo indicato come sua abitazione sul documento, dove c’è anche la foto in bianco e nero della donna: indossa una camicia con un colletto dai bordi bianchi e un fazzoletto a pieghe che pende, altrettanto chiaro. Francesca abitava in viale XX settembre 49/II a Trieste. «Sono andato a vedere che cosa c’è oggi lì – dice Krizman – ma attualmente non risulta un portone. Ci sono il 49 e il 51, fra i due civici c’è un bar, che probabilmente una volta era un portone, chissà».

Su Facebook poi ha pubblicato la foto della carta d’identità, ma finora nessuno si è fatto vivo. Per essere sicuro di non tralasciare nulla Krizman è andato anche a Cave Auremiane. «In quel paese di appena 51 abitanti c’è una chiesa. È anche un posto suggestivo – racconta –. Ho chiesto un po’ in giro, ma non conoscendo lo sloveno, purtroppo, non sono riuscito a farmi capire molto. Tuttavia qualcuno mi ha risposto ma non ho tratto grandi informazioni. Sono andato inoltre nel piccolo cimitero che c’è vicino alla chiesa. I cognomi del papà e della mamma di Francesca, Kovacic e Vatovec, compaiono almeno su metà delle tombe presenti. All’epoca le persone rimanevano nello stesso posto, non ci si spostava».

Il mistero resta e Krizman lancia un appello a coloro che magari potrebbero essere i parenti di Francesca, che possono contattarlo al numero di telefono 331-1391274. Qualche piccolo aiuto però è già arrivato in queste settimane dagli ascoltatori di Telequattro che, appresa la notizia, avrebbero scoperto, attraverso uno stradario del 1934 in uso ai turisti, utile all’epoca a risalire alle generalità di chi abitava in uno stabile, che la seconda cifra del civico di viale XX Settembre 49, ovvero il numero romano “II”, si riferirebbe al piano. Nello stesso stradario compare infatti che a questo indirizzo abitasse Fanny Janosich. «Potrebbe essere plausibile – commenta Krizman – , anche se secondo me il numero romano si riferisce non al piano ma all’appartamento, come spesso si usava una volta». —



Riproduzione riservata © Il Piccolo