La “casa” di Elsa è il Parco della Rimembranza

La donna sarda è tornata a dormire sulle panchine dopo che venne ospitata dalla comunità Arcobaleno
Bumbaca Gorizia 04.08.2014 La barbona al Parco Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 04.08.2014 La barbona al Parco Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Per il momento non ha ancora montato la sua tenda, Elsa Sotgia, la donna di origine sarda che da qualche anno fa parlare di sé in città per accamparsi a lungo nei parchi pubblici non disponendo di una fissa dimora. Se ne sta al Parco della Rimembranza, sulla panchina di un vialetto laterale, accanto alle sue poche cose, qualche valigia e alcuni sacchetti di plastica, protetti alla bene e meglio da un paio di ombrelli, utili in caso di pioggia. In molti ricorderanno di certo la sua vera e propria tenda ai Giardini pubblici di corso Verdi, qualche anno fa, pomo della discordia tra chi pretendeva che il decoro e il rispetto degli spazi pubblici, e dell'ordine, prevalesse, e chi sosteneva invece la necessità di venire incontro alle esigenze della donna. Ora la sua nuova “casa” è l'altro dei grandi polmoni verdi di Gorizia, affacciato sul salotto buono di corso Italia. Abbiamo provato ad avvicinare Elsa, ieri mattina, per sapere qualcosa in più di questi suoi giorni: come mai è di nuovo su una strada, come sta, cosa intende fare di qui in avanti. Ma, in un certo senso comprensibilmente, la donna non ha mostrato molta voglia di parlare. «Non credo di dover raccontare a voi i fatti miei», ha glissato con fermezza, prima di tacere. Ora, siamo pronti a scommetterci, il suo caso tornerà sulla bocca di tanti. «L’amministrazione municipale è pienamente cosciente della vicenda e la monitora quotidianamente – spiega l’assessore comunale al Welfare, Silvana Romano -. Misure da prendere? Al momento nessuna. Per quanto ci riguarda, vale la proposta formulata a più riprese nel corso di questi sei anni: un biglietto di sola andata per il suo paese d’origine, in provincia di Sassari. Proposte alternative, considerati anche i precedenti, mi sentirei di escluderle». Un nuovo braccio di ferro all’orizzonte? Lo dirà il tempo. Intanto, Elsa staziona al Parco della Rimembranza, a debita distanza dalle zone più frequentate del giardino di corso Italia. Chiede sigarette e qualche spicciolo per un caffè ai passanti con garbato piglio, ma senza insistenza. Negli anni Ottanta fu coinvolta nelle vicende dell’Anonima sarda sequestri. E fu pure condannata per aver partecipato in maniera attiva al sequestro dell’imprenditore sassarese Pupo Troffa. Sempre professatasi innocente, ha passato quasi vent’anni in carcere, prima di avviare la sua lunga peregrinazione, che l’ha condotta sino a Gorizia.

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