La Cassa di Risparmio torna alle due filiali come 80 anni fa

Nel 1941 in città c’erano la sede di via Carducci e la succursale in corso ma la banca era ramificata anche nelle valli dell’Isonzo e del Vipacco 

PUNTI DI VISTA



Sono senz’altro molti quelli che ancora ricordano le musìne in ferro smaltato della Cassa di Risparmio di Gorizia, che per insegnare i valori dell’economia venivano regalate agli scolari alle scuole elementari; e tanti ricordano anche le agendine rilegate in pelle, di 6x8 centimetri, progressivamente poi negli anni cadute di qualità.

Nel 1941 c’era la guerra, anche se ancora lontano da Gorizia e l’agendina di quell’anno era particolarmente elegante. Prodotta dalla Tecnografica Editrice Tavecchi di Bergamo, rinomata legatoria di agende, messali e oggetti in pelle fondata nel 1906 e dal 2001 passata alla produzione di cartelle e borsette, l’agenda dalla copertina in morbida pelle con oro zecchino per le iscrizioni e la labbratura ai bordi delle pagine in raffinata carta giapponese, racconta di un istituto di credito locale fortemente ramificato nell’Isontino, con due filiali in città, la sede centrale in via Carducci e una succursale sul corso Verdi, dove oggi c’è uno dei due negozi De Bortoli.

La Cassa di risparmio contava però anche una serie di nove filiali nei dintorni: Cormons, nell’elegante nuovo palazzo, Gradisca, Tolmino, Canale, Vipacco, Caporetto, Aidussina, Circhina e Idria: in pratica la valle dell’Isonzo e quella del Vipacco, l’hinterland naturale della città di Gorizia. Con il disastroso esito della Seconda guerra mondiale e con la nuova frontiera del 1947, assieme alle realtà produttive dei territori rimasti in Jugoslavia anche le filiali dell’hinterland si perdono conservandosi le sole Gradisca e Cormòns.

Ma la Cassa di Risparmio rimane fortemente legata al territorio e verso la fine degli anni Cinquanta nasce la nuova sede centrale di corso Verdi progettata dagli architetti Giordano Malni, Willi Riavis e Lidia Cinti-Greggio quale immagine dello sviluppo economico che l’Istituto voleva rappresentare e stimolare, nel medesimo scopo perseguito negli anni Novanta, con numerose filiali in centro e nei quartieri, a Sant’Andrea, Straccis, Sant’Anna e Lucinico, a contatto con i cittadini.

Nel 1992 la CaRiGo diventava una società per azioni e nel 2003 FriulCassa Spa dopo la fusione con la Crup, oggi inglobata in Intesa San Paolo con il nome di Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia, che fa tanto local e ispira affidabilità dopo la crisi dei subprime del 2006, che ha scosso la fiducia dei risparmiatori nelle grandi banche.

Oggi le filiali sono quattro, ma ne rimarranno solo due, proprio come era ottant’anni fa nel 1941, o, come si legge sull’agenda, anno XIX dell’era fascista… –

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