La cedolare secca sugli affitti passa al 10%

TRIESTE. Cedolare secca sugli affitti a canone concordato al 10%. Il taglio di 5 punti percentuali è previsto dal Piano Casa 2014 che, proposto dal ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, dovrebbe essere adottato dal governo nella prossima riunione del Consiglio dei ministri.
La cedolare secca è quell’imposta che si applica ai proprietari di alloggi che li affittano a prezzi di locazione calmierati in modo da venire incontro a quelle fasce di popolazione che faticano a pagare un affitto a prezzi di mercato ma che non hanno un reddito tale da accedere all’edilizia popolare. In particolare la cedolare secca sostituisce l’Irpef e le addizionali sul reddito degli affitti, l’imposta di registro e il l’imposta di bollo alla registrazione, l’imposta di registro sulle risoluzioni e proroghe del contratto di locazione e l’imposta di bollo.
Con il decreto del Fare del governo Letta la cedolare era già stata ridotta dal 19% al 15% e questo ulteriore abbassamento dell’imposta ha l’obiettivo di mettere sul mercato, a condizioni vantaggiose, un numero maggiore di alloggi in locazione evitando che rimangano sfitti.
La riduzione della cedolare secca, tuttavia, non è l’unica misura prevista nel Piano Casa 2014, che contiene una serie di provvedimenti per un ammontare di 1,5 miliardi di euro. Il Piano prevede anche il riscatto dell’alloggio sociale per gli inquilini che abitano in affitto da più di sette anni; la previsione è quella di dare la possibilità di riscattare la totalità o una parte dei canoni corrisposti come “acconto” del prezzo di acquisto dell’abitazione, lasciando inoltre in capo al soggetto che vende l’alloggio il pagamento dell’Imu (o dell’imposta che ne prenderà il posto) per i primi sette anni.
Sono state inserite anche una serie di detrazioni Irpef per chi vive in affitto in alloggi di edilizia popolare: in particolare le detrazioni dovrebbero aumentare di circa 900 euro per i redditi bassi (entro 15.500 euro) e di 450 euro per i redditi fino a 31 mila euro.
Il Piano Casa conterrà anche un rifinanziamento di 100 milioni di euro per il Fondo ministeriale di sostegno alle famiglie che vivono in affitto e che sono in difficoltà nel pagamento del canone di locazione (la cosiddetta “morosità incolpevole”); previste inoltre una serie di agevolazioni fiscali per i proprietari sui redditi dagli affitti di alloggi sociali per un periodo di dieci anni o fino all’eventuale riscatto della casa da parte degli affittuari. Dovrebbe esserci anche un rifinanziamento del fondo di supporto ai mutui per l’acquisto della prima casa.
«Abbiamo lavorato a lungo su questo piano, confrontandoci con le Regioni e i Comuni. - afferma Lupi - La casa è un’emergenza sociale che abbiamo subito assunto come priorità. Dai bonus ristrutturazioni ai mutui per l’acquisto, dai fondi per gli affitti sino all’housing sociale, abbiamo voluto affrontare il problema in modo completo e non con provvedimenti tampone. In tutto interventi per un miliardo e mezzo in grado di dare impulso al settore e risposte sul piano sociale».
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