La febbre del sabato sera con le hit di Cocco beach

Al Ferroviario rivivono i successi di anni Settanta e Ottanta
Foto BRUNI 18.06.17 Bagno Ferroviario: balli anni 70-80-
Foto BRUNI 18.06.17 Bagno Ferroviario: balli anni 70-80-
Qualche lento che ricorda gli anni ’70, successi intramontabili degli anni ’80 e alcuni tormentoni degli anni ’90. Il bagno Ferroviario ogni sabato sera diventa una discoteca per i nostalgici. Coniugi e gruppi di amici soprattutto, molti over 50, che dalle 22 in poi tornano ragazzini e si scatenano fino alla mezzanotte e oltre. L’evento si intitola “Cocco beach”, proseguirà fino a metà settembre e nella serata inaugurale qualche settimana fa ha fatto segnare ben 500 presenze. A contribuire al successo dell’iniziativa la voglia di rivivere quegli anni caratterizzati da colonne sonore che hanno fatto da sfondo a grandi amori, che hanno fatto incontrare numerose compagnie di giovani, e che più in generale riportano a periodi vivaci e spensierati. Le coppie adattano balli di un tempo alla musica che ruota, rispolverando un mambo, un hully gully o semplicemente lasciandosi andare spontaneamente.


Le serate
Molti arrivano già all’ora di cena, per gustare un piatto in riva al mare o per bere qualcosa a fine giornata, ma tanti si ritrovano in tarda serata, per dedicarsi soprattutto al ballo. Tra i tavoli di chi sta mangiando e si appresta a lanciarsi in pista c’è Dario Macor, meglio noto come il “Re Carnevale” di Muggia, figura carismatica che ogni anno apre il grande corso mascherato. È insieme alla moglie Laura, entrambi amanti della musica. «Il posto è bellissimo – esordiscono –, veniamo spesso, si sta bene. Da giovani ballavamo di tutto in coppia, mambo, tango, rock&roll, adesso ovviamente lasciamo da parte i movimenti più acrobatici e ci divertiamo comunque». «Ci piacciono in particolare i brani degli anni ’70 e ’80, sempre con passi in coppia. Però sulla musica ultimamente abbiamo gusti diversi, io adoro tuttora Battisti e Mina, e lui – dice Laura che guarda il marito sorridendo – ascolta Tiziano Ferro». Ma la moglie svela anche un’altra passione per il ballo. «Per il flamenco – aggiunge –, ci vado una volta a settimana, in quel caso però lui resta a casa».


La febbre del sabato sera
A un altro tavolo poco lontano, altri due coniugi stanno concludendo la cena prima delle danze, entrambi abbronzati, sorridenti, con l’animo di due adolescenti innamorati. «Invece stiamo insieme da quasi 40 anni – dicono con orgoglio Adriano e Stella Simunich – e qui ci ricorda proprio la nostra gioventù, quando ci siamo conosciuti. Che canzoni ci riportano indietro? Brani come “Born to be alive” o gli Abba. C’erano tante discoteche all’epoca, poi le cose sono cambiate e molti locali purtroppo sono spariti. Il Ferroviario contribuisce a tornare con la mente a quel tempo che non c’è più, agli anni della “febbre del sabato sera”, quando si ballava tanto e ovunque».


Di sabato la coppia arriva allo stabilimento balneare già al mattino, trascorre la giornata tra sole e mare, si ferma a mangiare e poi attende la musica. «È comodo perché è vicino al centro – sottolineano – e poi la location è davvero mozzafiato». «Si può dire che passiamo dalla brandina alla pista in poco tempo – scherza lei –, balliamo comunque sempre in coppia, a lui piace un po’ tutto, io confesso che oltre ai vecchi brani spero sempre che ogni tanto mettano un po’ di reggaeton».


Il deejay
A mixare i brani c’è dj Paolo Valenti, nome consolidato e apprezzato nel settore ormai da anni. «Si inizia scaldando l’atmosfera, con quelle che vengono considerate canzoni “riempi-pista”, poi si prosegue alternando hit di diverse annate e c’è pure qualche incursione ai tormentoni moderni. Ma allo stesso tempo anche un ritorno indietro su un altro fronte: ho notato infatti – aggiunge – durante alcune serate dove ho lavorato in Slovenia, che alle persone piacciono i lenti, quelli che una volta c’erano sempre in scaletta, parlo degli anni ’70 e un po’ anche degli anni ’80, quindi ho pensato di inserirli nuovamente anche al Ferroviario».


Ad affiancare il dj ci sono David Cresi, gestore del locale, Massimo “Max” De Palma, organizzatore degli eventi, insieme a Lorenzo Buompane. «Abbiamo scelto un titolo per la serata che già richiama l’idea di festa sul mare: “Cocco beach” – puntualizza De Palma –. La media dell’età è dai 40 in su, anche di più in realtà: ci sono famiglie, coppie e tanti gruppetti di amici, quasi tutti triestini. Abbiamo puntato sulla disco italiana, decenni che sicuramente hanno dato tanto sul fronte musicale e anche per noi è piacevole ascoltare melodie che hanno segnato la storia».


Lo slogan
Il motto della serata, come scrive De Palma su Facebook invitando la gente a partecipare, è “balla e sorridi, vieni a trovarci e non ci lascerai mai più”. E l’appuntamento di fatto è sempre più seguito, come conferma anche Cresi, che si occupa del Ferroviario dalla scorsa stagione. «È il secondo anno – spiega – e notiamo con grande soddisfazione uno zoccolo duro di affezionati, persone che tornano ogni sabato perché amano la tipologia di serata proposta, speriamo continui così perché la formula scelta è semplice ed efficace, per il resto ci pensa questa meravigliosa terrazza alla quale molti sono legati da anni, anche prima che arrivassimo noi». E lo stesso Cresi, prima dell’avvio della musica, gira tra i tavoli salutando i clienti abituali, che si fermano per chiacchierare e ogni tanto pure per chiedere «tra quanto si balla?». Alle 22 circa le luci si abbassano, le persone si alzano dalle sedie, poco alla volta i tavoli si svuotano e la pista si riempie. Davanti alla consolle si mescolano bagnanti post mare, con abiti leggeri a coprire la pelle arrossata da una giornata dedicata alla tintarella, a persone eleganti, con abiti da sera, che hanno voglia di divertirsi dopo una settimana di lavoro o chi ancora qui ci viene da sempre e a prescindere dal party organizzato, perché adora comunque il luogo. «L’idea di riproporre canzoni del passato è ottima – dice un cinquantenne al bancone –, non c’è una proposta simile a questa nei dintorni e credo che a molte persone della nostra età piaccia tornare a ballare, abbiamo vissuto anni da incorniciare sul fronte della disco music e abbiamo ancora l’entusiasmo per spassarsela come un tempo».


Nello staff
E anche tra il personale del Ferroviario c’è chi ha il ritmo nel sangue e appena possibile approfitta per quattro salti, tra una bibita e un cocktail. È la giovane barista di origini francesi Dorine Ticout. «In realtà servo i drink durante tutta la sera – spiega – ma ogni tanto riesco a prendere qualche minuto “dancing”. Mi piace ballare un po’ di tutto, soprattutto salsa, reggaeton e in generale musica da discoteca, questi successi degli anni ’70 e ’80 li conoscono comunque». Lasciando il locale con largo anticipo, attorno alle 23, nel sentiero protetto tra i binari che conduce all’uscita su viale Miramare, si incontra una coppia di signori sulla sessantina che sta già tornando a casa. «Siamo stanchi, si va a dormire presto, lo spirito è quello di quando eravamo ventenni, ma il fisico – scherzano – purtroppo no».


(3 - continua)


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