La Fondazione al post Paniccia Ipotesi Benussi alla presidenza

L’avvocato penalista negli organi sociali della CRTrieste da quasi vent’anni Primo impegno per il consiglio generale rinnovato lo scorso 25 settembre
Silvano Trieste 2018-01-28 La Sede della Cassa di Risparmio
Silvano Trieste 2018-01-28 La Sede della Cassa di Risparmio



I “grandi elettori” sono chiamati alle urne: il nuovo consiglio generale della Fondazione CRTrieste, fresco della nomina avvenuta martedì 25 settembre, si riunisce stamane alle 11 per votare il successore di Massimo Paniccia al vertice dell’istituto.

Nell’abituale silenzio che accompagna i passi della Fondazione, un’ipotesi molto garbatamente accennata parrebbe accreditare nella stanza più importante del terzo piano di via Cassa di risparmio la candidatura dell’avvocato penalista Tiziana Benussi, attuale vicepresidente del consiglio di amministrazione. Qualora la strada imboccata sia questa, si tratterebbe di una soluzione all’insegna della continuità: infatti la Benussi siede quasi ininterrottamente negli organi sociali della Fondazione dal 1998, con una pausa di tre anni dal 2012 al 2015.

Attorno al tavolo siederanno 13 o 14 consiglieri - a seconda che il soprintendente archeologia/belle arti/paesaggio Simonetta Bonomi partecipi o meno ai lavori - chiamati a voltare pagina allo scoccare del ventiseiesimo anno di vita della Fondazione, sorta il 28 luglio 1992 dalla Cassa di risparmio triestina in seguito alla cosiddetta “legge Amato”.

Dopo la prima fase caratterizzata dalla presidenza di Renzo Piccini, i quasi due terzi successivi di questi 26 anni di attività hanno avuto come principale interprete Paniccia, l’imprenditore alla guida della Solari, in passato al vertice di AcegasAps - di cui nel 2012 ha negoziato l’ingresso in Hera - e di Mediocredito Fvg.

La Fondazione CRTrieste è l’unica fondazione bancaria del territorio, esercita di conseguenza un ruolo rilevante nell’investimento sociale e culturale del territorio. Nei sedici anni dell’era panicciana l’istituto ha impiegato su Trieste e provincia 180 milioni di euro. È in grado di coprire il prossimo quinquennio garantendo interventi per non meno di 26 milioni. Mantenendo un aplomb ispirato a un livello di discrezione più da intelligence che da erogatore di contributi.

Discrezione confermata anche alla vigilia di un’elezione che non è eccessivo definire storica, dal momento che ridefinisce la cabina di regia dell’ente: se l’ipotesi-Benussi sarà confermata, ciò significherà, dal punto di vista procedurale, che l’avvocato si è dimessa dal cda per essere eletta presidente, a capo del consiglio generale e componente dello stesso cda. Ma al cda, formato da 5 persone, mancherà una figura e quindi l’organo sarà reintegrato: il consiglio generale provvederà a questa surroga e all’elezione del proprio vicepresidente, carica alla quale in passato si era dedicato Adalberto Donaggio.

Ricordiamo che la Fondazione s’impernia su tre organi. Il consiglio generale detta gli indirizzi, verifica i risultati, elegge il presidente e il cda. Il consiglio di amministrazione è il vero cuore pulsante dell’istituto, in quanto delibera gli stanziamenti: scadrà nel 2012 e in questo momento, non essendovi più Paniccia, vi partecipano Tiziana Benussi (salvo dimissioni), Loredana Catalfamo, Sandra Cosulich, Francesco Prioglio. Terzo organo è il collegio sindacale, che in questa tornata non è oggetto di rinnovo: è composto dal presidente Stefano Gropaiz, da Mario Giamporcaro, da Cristina Sbaizero. Infine, segretario generale è Paolo Santangelo, responsabile della struttura amministrativa. —



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