La “fuga d’inverno” dai ricreatori

Ricreatori comunali trasformati in semplici doposcuola. Attività collaterali ridotte a meri simulacri di quelle che furono. Quella benemerita istituzione laica, un altro degli “unicum” di Trieste, è entrata effettivamente in crisi? I dati, ufficiali, forniti dal presidente del Comitato ex allievi del ricreatorio “Giglio Padovan”, Franco Stibiel, un talent scout che, proprio nella sua struttura aveva scoperto, tra i tanti, Alberto Tonut, sono inequivocabili. E qui, più che l’emozione o il reducismo, sono i numeri a parlare. «Prendiamo innanzitutto - scrive Stibiel - il calo delle iscrizioni nei “ricreatori invernali”: nel 2012/2013 erano 3525; nel 2014/15 solo 2029. Un crollo incredibile del 40%. E la frequenza è calata dal 63% al 57%. Come mai?».
Le chiavi di lettura nell’erosione delle presenze, in effetti, sono molteplici. Così Stibiel annota che «quanto emerge dai dati da noi finora raccolti è che questo calo non tocca i due “ricreatori-ricreatori” e cioè Nordio e De Amicis, gli unici due che non hanno il Sis (servizio integrativo scolastico) e non sono nemmeno Pag (Progetto aggregazione giovanile). Proprio il Sis, ricorda il presidente, ha deciso poco tempo fa di chiudere al sabato altri tre “ricreatori-Sis” (due erano già stati chiusi in precedenza) «dato lo sparuto numero di presenze»: Cobolli, Gentilli e Lucchini. «Non sembra un caso - commenta l’ex educatore - che si siano “salvati” quelli che hanno sì meno presenze medie dei “ricreatori-Sis” ma più costanti nell’arco della giornata e con un minimo calo il sabato».
Ancora: «Sorge il dubbio che il Sis, servizio utilissimo, nessuno lo nega, stia fagocitando i ricreatori, garantisca “utenti” alle strutture dei ricreatori ma condizioni pesantemente le attività e i programmi per i più grandicelli che hanno in gran parte un unico sfogo: il calcio. L’attività della pallacanestro - si rammarica Stibiel - , storicamente Lo sport dei ricreatori, è praticamente scomparsa ».
L’assessore comunale all’Educazione Antonella Grim ha tutt’altra idea: «Il Sis è stato inventato dalla giunta Illy. È un’articolazione del servizio di ricreatorio e scuola che esiste dagli anni ’90, quando le famiglie dovevano confrontarsi con i tagli di tempo pieno nelle scuole. Di qui nacque la felice intuizione di modernizzare un servizio che era nato a inizio ’900. Oggi i genitori vogliono un preaccoglimento 7.30-8.30 prima dell’inizio delle lezioni, con l’accompagnamento degli educatori al pasto e la possibilità di fare i compiti con l’assistenza di un educatore. E poi, certo, gioco libero, sport, teatro, ceramica».
Da cosa nasce, dunque, il drastico calo di iscritti? «Nel maggio 2013 - ricorda Grim - il Consiglio comunale aveva modificato tariffe di iscrizione che erano di 13 euro all’anno. Ne derivavano moltissime iscrizioni ma una frequenza più scarsa. Portata a 20 euro la quota ora c’è una maggior coincidenza tra chi si iscrive e chi frequenta. Insomma, sono venuti fuori i dati veri, tanto che è cresciuto il numero degli educatori (43) e dei supplenti (66). Le famiglie chiedono sempre più doposcuola. E, anche per rispetto agli educatori, va detto che il Sis è molto richiesto, anche se capisco la mozione degli affetti degli ex allievi».
Stibiel, però, in loro rappresentanza, non ha ancora finito. «Dobbiamo segnalare anche il fallimento dei Pag: al Toti non ci va più nessuno. Al Ricceri le statistiche che abbiamo potuto trovare (fine 2012) mostravano una presenza massima di 20 al giorno. E poi come mai i ragazzi, terminate le elementari (cioè il Sis), smettono all’80% di frequentare il ricreatorio?». Replica Grim: «Io so che registriamo un’affluenza giornaliera di almeno mille ragazzi, e non mi sembrano numeri da crisi».
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