Il Comitato No Ovovia festeggia la vittoria al Tar: «Non molliamo, agiremo avanti»
Dopo cinque anni di mobilitazione, i ricorsi dei cittadini e delle associazioni ambientaliste vengono accolti; il progetto della cabinovia resta bloccato fino a nuove procedure o eventuale ricorso al Consiglio di Stato

Il Circolo della Stampa è al completo e le sedie non bastano più per accogliere chi da cinque anni a questa parte con perseveranza si è battuto in difesa del bosco Bovedo. Il Comitato No Ovovia si è riunito stamattina, venerdì 12 settembre, per la prima volta dopo le sentenze del Tar del Friuli Venezia Giulia che hanno annullato le procedure ambientali di Vinca (Valutazione di incidenza ambientale) di III livello e Vas (Valutazione ambientale strategica), due atti fondamentali senza i quali il progetto dell’impianto a fune non può procedere.
Il Comitato lo ha sostenuto per anni, e il giudice infine ha dato loro ragione sotto molti aspetti, accogliendo in parte - ma in due punti fondamentali - i ricorsi presentati dai residenti a rischio esproprio e dal cartello ambientalista nazionale Lipu-Wwf-Lagambiente.
Il dispositivo del Tar rileva la «carenza» nei dossier con i quali Regione e Comune avevano inteso dimostrare come la cabinovia, se realizzata, avrebbe recato “benefici alla salute e alla sicurezza pubblica”, tali da giustificarne l’impatto negativo sull’habitat Natura 2000 del Bovedo. «Che si trattasse di una dimostrazione impossibile, anche al di là degli errori commessi da Regione e Comune e da noi puntualmente impugnati, era chiaro invece ai tantissimi cittadini che ci hanno sostenuto: il solo buon senso avrebbe dovuto suggerire all’amministrazione di non percorrere una strada vietata esplicitamente dalla legge», riflette il referente William Starc, dettagliando i motivi dell’annullamento della Vinca di III livello. Annullata anche la Vas, questa a causa di una «carenza istruttoria» rilevata nell’operato della giunta comunale. «La colonna sonora - commenta Starc - del torto che abbiamo subito per anni: governare significa rispetto, chiarezza, imparzialità. Senza giustizia, la città diventa violenza».
Le due sentenze arrivano come una valanga. Al vaglio di Comune e Regione ci sono ora due strade: ripetere da capo le procedure o fare ricorso al Consiglio di Stato. Avvocature e dirigenti stanno esaminando i dispositivi e valutando il da farsi. La partita è ancora aperta e il Comitato No Ovovia non si ferma, promettendo di continuare la propria mobilitazione e di vigliare sull’operato dell’amministrazione fino a che non si giungerà a un “basta” definitivo. Non si esclude l’eventualità di una class action, perché «i soldi sinora spesi dal Comune per questo folle progetto, alla fine, non ricadano sulle teste dei triestini», afferma Starc.
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