La Lega presenta un esposto sulla bandiera arcobaleno

Ciro Vitiello /STARANZANO
Ricorso della Lega Salvini al Prefetto di Gorizia, Massimo Marchesiello, per far togliere subito la bandiera arcobaleno dal municipio e proteste dal gruppo Staranzano al centro. È bufera all’indomani della sua sistemazione sul pennone del municipio dopo l’accoglimento della richiesta di Sinistra per Staranzano da parte della giunta Marchesan. Un emblema contro le discriminazioni per orientamento sessuale, di identità di genere e a difesa del movimento di liberazione omosessuale Lbgt, cioè lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Sul simbolo della “discordia” tuoni e fulmini della capogruppo della Lega, Tiziana Maioretto, che ha presentato un esposto al Prefetto chiedendone la rimozione. «L’intervento prefettizio è stato tempestivo e subito accolto – afferma – ma la bandiera è ancora lì. È difficile credere che il Comune non sia al corrente che l’esposizione negli edifici pubblici di vessilli di partiti, di associazioni o movimenti, violi il principio di neutralità delle sedi istituzionali. Ha prevalso la volontà politica di Sinistra per Staranzano».
Interviene sul caso anche il consigliere regionale del Carroccio, Antonio Calligaris, annunciando un’interrogazione all’assessore Pierpaolo Roberti, per sapere se è venuto a conoscenza che la bandiera rainbow, simbolo del movimento Lgbt, sia stata issata affianco a quella italiana ed europea e se può intervenire affinché i sindaci garantiscano il carattere di neutralità delle sedi istituzionali. «Quella bandiera – dice Calligaris – è uno sfregio alla democrazia. Se un Comune vuole manifestare la propria adesione a un movimento esponendo il vessillo è libero di farlo, ma certamente non a fianco della bandiera nazionale o europea». «Tutti – aggiunge – dovrebbero sapere che non si possono esporre sugli edifici pubblici istituzionali bandiere non istituzionali. Non è permesso confondere il balcone di casa con il pennone del municipio».
«Questa bandiera – afferma invece Daria Gherlani di Staranzano al centro – lede i diritti dei cittadini, come se tutta la città fosse di colore arcobaleno. Anzi gran parte è a difesa della famiglia naturale, maschio e femmina e di mamma e papà». Il capogruppo Massimo Bruno commenta. «L’amministrazione dovrebbe fare qualcosa più di concreto e stare più vicino ai cittadini, piuttosto che fermarsi ai simboli e mettere bandiere». La polemica è coincisa con il flash mob di ieri in piazza della Repubblica a Monfalcone Restiamo liberi-Stop legge contro omotransfobia, con la quale chi commette reati nei confronti di omosessuali e transessuali, rischia fino a quattro anni di reclusione. Presente anche don Francesco Fragiacomo, ex parroco di Staranzano, protagonista per la sua opposizione al recente matrimonio gay celebrato in municipio tra un consigliere comunale e un capo scout rimbalzata in cronaca nazionale. –
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