La malvasia istriana protagonista a Parenzo

PARENZO. Dopo Vinistra la maggiore rassegna enologica in Croazia dove gli espositori vanno a caccia di medaglie e diplomi per vendere meglio il loro prodotto e la giornata delle cantine aperte nella regione, arriva il Festival della malvasia da considerarsi la ciliegina sulla torta dei numerosi eventi legati al vino nella regione.
L'appuntamento giunto alla sesta edizione, verrà inaugurato stasera alle 20.30 nel tendone eretto per l'occasione in riva a Parenzo. Presenteranno la loro malvasia 15 produttori istriani e cinque sloveni di cui numerose hanno ottenuto l'ambito bollino IQ (Istrian Quality).
Della mescita del vino ai visitatori saranno incaricate splendide ragazze in possesso di una conoscenza almeno elementare dell'enologia.
Il vino verrà servito fresco a 1,1 euro il bicchiere o 6,7 euro la bottiglia. Come dichiarato ai giornalisti da Nenad Velenik direttore dell'Ente turistico locale che organizza il festival congiuntamente alla società albonese “Velesajam”, nel tendone ci saranno anche bancarelle con olio d'oliva, prosciutto e lavanda, prodotti che vanno molto bene a braccetto con il vino.
A creare la giusta atmosfera musicale aggiunge Velenik, sarà il gruppo locale Cool Jazz. In quanto a visitatori fino a domenica prossima giornata di chiusura, se ne attendono da 2.500 a 3.000 come nelle passate edizioni.
Al momento i vacanzieri nel parentino sono circa 10.000 per lo più austriaci e tedeschi.
Tornando al discorso enologia, la malvasia si conferma indiscussa regina dei vini istriani, un ruolo che detiene da circa un secolo da quando cioè ha sorpassato le specie rosse, in primo luogo il terrano e il refosco. Intanto le ultime ricerche sulle origini del vitigno considerato autoctono, smentiscono la teoria secondo cui i Veneziani lo avrebbero portato in Istria dalla Grecia.
I risultati dell'esame del Dna dicono che la malvasia istriana non è legata da vincoli di parentela con altre malvasie al mondo, e che si è sviluppata da un vitigno spontaneo autoctono. Sulle sue origini comunque i ricercatori non sembrano essere perfettamente d'accordo.
Vale la pena ricordare che in un articolo scritto vent'anni fa si legge che le prime tracce di impianti di vini Malvasia d’Istria risalgono al Trecento circa. Le zone di coltivazione salivano da Rovigno, Parenzo, Cittanova, fino al Carso triestino e goriziano. Lentamente poi passarono alla bassa friulana, alla zona trevigiana, al Trentino.
A differenza delle altre Malvasie (esistono Malvasie bianche, gialle, rosate, nere) la Malvasia d’Istria non ha sapore marcatamente di Moscato. Il frutto è quasi neutro o solo poco aromatico.
(p.r.)
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