La mostra sulla Libertas ha ricordato a Sagrado i tempi epici del basket

L’allestimento sui pionieri della pallacanestro isontina  “Un canestro, due storie” è stato inaugurato venerdì  ed è visitabile ancora stamattina

Sagrado. Un viaggio nei tempi pioneristici della pallacanestro isontina. Ricordi ed emozioni che si sono rinverditi venerdì sera in un’affollatissima Sala Polifunzionale del Comune di Sagrado, in occasione della presentazione della mostra fotografica “Un canestro, due storie: la pallacanestro a Sagrado dal 1965 al 1981” dedicato alla stagione epica del basket paesano sotto l’egida della gloriosa Libertas.

La mostra è visitabile ancora oggi dalle 10 alle 13. Fra gli ospiti d’onore, il presidente regionale del Coni Giorgio Brandolin e la leggendaria voce dello sport italiano, Bruno Pizzul.

Era il 1965 quando alcuni giovani del paese come il compianto avvocato Sergio Ferlan, Claudio Fabbro, Enzo Vittori, Franco Bernabè e Sandro Devetti, grazie alla disponibilità di un presidente dinamico e lungimirante quale Alberto Rissdörfer, fondarono una società di pallacanestro in paese. Il 20 marzo 1966 la squadra rossonera disputò la sua prima partita di Prima divisione a Gorizia contro l’imbattibile Ardita.

Poiché a Sagrado – che pure aveva espresso un campione nazionale quale Ciro Zimolo (militante nel dopoguerra nella gloriosa Itala Gradisca) – non esisteva un campo di basket, Ferlan prese contatti con monsignor Miniussi (del collegio “Duca d’Aosta” di Gradisca) che ben volentieri concesse alla neonata compagine l’uso del campo sul retro dell’attuale Istituto tecnico agrario gradiscano “Brignoli”. In seguito fu il sindaco di Fogliano Redipuglia, Galbiati, persona squisita e generosa, a riportare all’agibilità il campo del “Ferroviario” di Polazzo in cui la squadra sagradina disputò vari campionati a buon livello prima di approdare nel 1970, dopo varie peregrinazioni, nel nuovo campo costruito ad hoc a Sagrado.

Il carisma e la personalità di Sergio Ferlan richiamarono in paese vari atleti goriziani (Boschin, Cabrini, Scaramella, Piras, Marsoni, Zamolo, Visintin, Ianiello, Lucigrai, Collini, Pizzolato, Bigai), bisiachi (Raccovelli, i fratelli Bianchet, Zanuttini, Pillon, Fontanin) e gradiscani (Del Neri, Brumat, Cataldo e Italo Rozbowsky) creando una vera e propria famiglia, affiatata in campo e nella vita quotidiana. Crebbe in seguito – guidato da Armando Marizza – il vivaio locale, esprimendo importanti atleti (Fumaneri, Casagrande, Bon, Clemente, Masau, Aglialoro, Monorchio, Domini e tanti altri).

Aneddoti, vicende umane e sportive che venerdì sono stati rivissuti con intensità, anche attraverso la consegna di targhe ricordo ai protagonisti di quell’epopea. Oggi lo spirito della Libertas Sagrado è confluito nel progetto Aibi, assieme ai “vicini di casa” di Fogliano Redipuglia. –

L. M.

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