La natura s’è svegliata alla Cona Sono arrivati oltre 20 mila volatili

Monitoraggio degli operatori della Stazione biologica per individuare nuove specie 

LE MIGRAZIONI

Ciro Vitiello/STARANZANO

Con la primavera si ripopola la Riserva naturale regionale Foce Isonzo di Staranzano dove sono arrivati più di 20 mila volatili di ogni specie provenienti dal nord Europa e dall’Africa che si uniscono a quelli stanziali. I birdwatcher, per godere di questo meraviglioso spettacolo naturale all’aperto, purtroppo per l’emergenza sanitaria dovranno ancora attendere. In questi giorni gli operatori della Stazione biologica dell’Isola della Cona, nel rispetto delle regole legate al coronavirus, sono alle prese con il monitoraggio di uccelli per individuare la presenza di nuove specie che vengono nell’area protetta. «In questa stagione – spiega l’operatore scientifico Matteo De Luca – in Cona, malgrado le temperature altalenanti dei giorni scorsi, assistiamo all’arrivo di molte specie che hanno svernato nelle zone più calde e transitano da noi per proseguire poi verso nord».

Nella lunga lista delle osservazioni spuntano fra gli altri i “combattenti” per restare a fare il nido (più di 200 individui in questi giorni) come pure il “Cavaliere d’Italia” e il “Corriere piccolo”. Ci sono anche le “marzaiole”, piccole anatre il cui nome ricorda il mese di marzo, che passano l’inverno in Africa, quindi le “oche selvatiche” delle quali sono state osservate una quindicina di coppie che hanno già avuto le prime nascite. I primi pulcini sono stati fotografati dall’ornitologo Silvano Candotto la scorsa settimana, una data precoce mai registrata sino ad oggi, forse un segno dei continui cambiamenti climatici in atto. C’è tanta vita pure negli stagni e nelle zone dei ripristini della Cona nei quali sono attivi anche tutti gli anfibi come rane, rospi, tritoni e raganelle che frequentano le zone umide d’acqua dolce. Nei laghetti in particolare in prossimità dell’osservatorio, ci sono le prime larve, gli anfibi, le uova e alcuni girini in grande quantità non ancora nati. In questo periodo si scoprono le “tracce” di animali che sono stati in letargo, dove hanno trascorso l’inverno e dove si sono svegliati.

Per i mammiferi si individuano impronte lungo il percorso dei sentieri e cosa hanno potuto fare in inverno come la volpe, il tasso, cinghiali e caprioli, il passaggio di altri animali individuando le loro abitudini. Nell’ultimo monitoraggio della fauna, l’ornitologo Silvano Candotto e il naturalista Matteo De Luca, hanno rilevato che negli arrivi figurano numerosi anatidi, tra cui “anatre”, “oche” e “cigni”, “fischioni”, “germani reali” , “codoni”, “mestoloni”, “alzavole” e “canapiglie”. Alla foce del fiume con il mare stazionano centinaia di cigni. È diventata, poi, costante la quantità esemplari di “oche lombardelle”, rarissime fino a qualche anno fa, che hanno raggiunto in questo periodo qualche migliaio. Era il 26 dicembre 2009 quando per la prima volta Silvano Candotto, operatore della Riserva, aveva osservato due esemplari della rarissima “Oca lombardella” (Anser erythropus). Sono uccelli che provengono dall’estremo nord-est dell’Europa, ma anche dall’Asia, nella regione del Taymyr, dove si riproducono nella tundra artica.—

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