La Pietas Julia torna a Pola 130 anni dopo

DUINO AURISINA. Un libro, per ricordare una storia prestigiosa. Un museo virtuale itinerante, per illustrare ovunque e a tutti le avventurose vicissitudini e le vittorie sportive di un sodalizio la cui attività abbraccia tre secoli. Una regata di 130 miglia marine, da Trieste a Pola e ritorno, nell’arco di tre giornate, dal 20 al 22 maggio, per celebrare, con una originale coincidenza di numeri, i 130 anni di vita. Questi i principali appuntamenti allestiti dalla società nautica Pietas Julia di Sistiana per festeggiare un cammino glorioso che iniziò il 14 agosto 1886, a Pola, città dal cui antico nome latino assunse la denominazione. La Pietas Julia si dedicò da subito alla voga e alla vela, senza fermarsi, se non per motivi legati agli eventi bellici e non certo per volontà dei dirigenti.

Questa eccezionale continuità permette oggi alla società presieduta da Gianfranco Zotta, rieletto da poco, di fregiarsi di un titolo di grande rilievo: «Siamo il sodalizio numero 10 come anzianità - sottolinea Zotta - nell’elenco di quelle iscritte all'Unione nazionale società sportive centenarie d’Italia". Un emblema da portare con orgoglio per i 250 soci e per i 100 aggregati. Le vicende della Pietas Julia sono intimamente legate a quelle di queste terre. «Sono tre i momenti fondamentali», spiega Antonio Tommasi, già presidente della Pietas Julia e oggi presidente della Fondazione sorta nel 2010 per conservare cimeli, documenti, fotografie del sodalizio di Sistiana: «Il primo è quello degli anni in cui la Pietas Julia, per la sua forte connotazione italiana e irredentista, fu costretta a subire le pressioni delle autorità imperiali, fino a essere soppressa d’ufficio, nel 1915, anno in cui il suo presidente e i membri del direttivo furono internati. Nel 1918, alla fine delle ostilità, il presidente che era stato arrestato, Oscar Rossi, seppe ripartire e l’attività riprese. Il secondo momento è quello del gennaio ’47, quando la società dovette chiudere i battenti a causa dell’esodo. Fra l’altro va ricordato - aggiunge Tommasi - che la strage di Vergarolla avvenne mentre era in corso una competizione allestita dalla Pietas Julia. Ancora una volta però, la Pietas Julia seppe risorgere, a Panzano. Il terzo momento decisivo è quello che si verificò nel ’59, quando il presidente di allora, Guido Bernetti, stabilì un accordo con il principe Raimondo di Torre e Tasso - conclude Tommasi - che gli permise di occupare un’ala dell'albergo austriaco di Sistiana».
Di tutto questo si parlerà martedì prossimo, alle 11.30, al Caffè Tommaseo, quando sarà presentata la “Regata dei 130 anni” Sistiana-Pola-Sistiana. Attualmente, la Pietas conta 30 atleti impegnati nell’agonismo nelle tre classi olimpiche, optimist, 420 e laser, guidati da tre allenatori, Marko Morgan, responsabile tecnico, Roberto Ostuni e Sara Iugovaz.
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