La psicoterapeuta: «C’è sempre un modo per permettere al ragazzo di ritrovare la fiducia negli adulti»

Parla Diletta Viezzoli, esperta di psicologia dello sviluppo: «Ecco come approcciarsi» 
Diletta Viezzoli, esperta di psicologia dello sviluppo
Diletta Viezzoli, esperta di psicologia dello sviluppo

TRIESTE Anche di fronte a un grave torto subìto da parte di una figura educativa di riferimento, «c’è sempre modo per aiutare il ragazzo a recuperare fiducia negli adulti. Il punto fondamentale è fornirgli un supporto tempestivo, ascoltarlo e dargli la possibilità di ritrovare un equilibrio quanto prima». Ne è convinta la psicoterapeuta triestina Diletta Viezzoli. Esperta di Psicologia dello Sviluppo, si è espressa sulle conseguenze che potrebbero coinvolgere i minori vittime di abusi sessuali da parte del loro allenatore di calcio.

Qual è il primo passo che è necessario compiere per dare sostegno concreto a giovani che hanno subito questo tipo di molestie?

«Come prima cosa, è necessario attivare dei colloqui con lo psicologo. Quando si tratta di situazioni traumatiche le linee guida, ma anche le evidenze scientifiche, ci dicono che è fondamentale agire in maniera tempestiva per attenuare le conseguenze di quel che si è subìto. Questo significa che prima si riesce a realizzare ciò che è successo, prima ci sarà modo di rielaborarlo. E di andare così avanti nel proprio percorso di crescita».

Esistono dei campanelli di allarme a cui genitori e figure educative dovrebbero prestare attenzione?

«È evidente che ogni cambiamento radicale che intervenga nel modo di essere del ragazzo può essere indice di un forte disagio alla base. A volte è difficile insospettirsi al punto da associare a determinati comportamenti diversi un trauma così grave. Ma tutti i genitori interpellati in casi simili sottolineano come prima avvisaglia proprio una modifica nell’atteggiamento da parte dei figli, anche nei più semplici aspetti della quotidianità, come il modo di alimentarsi, di trascorrere il tempo libero, di riposarsi». Qual è la principale difficoltà che la vittima si trova ad affrontare?

«La maggior parte di chi subisce molestie sessuali deve fare i conti con la paura di raccontare la sua esperienza, a sua volta legata all’ansia di non essere creduto o di aver fatto qualcosa di sbagliato. Tanti ragazzi provano senso di colpa per non aver compreso immediatamente la gravità dell'episodio, o per non essere stati in grado di opporsi in modo netto fin dall’inizio. E se, come in questo caso, le molestie provengono da una persona dello stesso sesso, la difficoltà di intuire che c’è qualcosa che non va è addirittura maggiore».

In che modo si possono aiutare i ragazzi a non finire in questa trappola?

«Occorre lavorare molto sulla prevenzione. Sia in famiglia che a casa è necessario spiegare e ribadire molto chiaramente che chiunque può ritrovarsi vittima di molestie sessuali. Per questo serve sottolineare che sono parte offesa in ogni caso, poiché si sono trovate all’interno di un rapporto di potere squilibrato, dove l’adulto, che rappresenta la figura più forte, ha approfittato della loro debolezza. La cosa migliore è affrontare l’argomento in maniera approfondita, cercando di andare oltre i cliché e le frasi fatte».

Dopo episodi simili, c'è il rischio che la fiducia di questi adolescenti nei confronti degli adulti sia per sempre compromessa?

«Non sarei così drastica, una soluzione per uscire fuori dal probema esiste. Il punto fondamentale è garantire al ragazzo un aiuto tempestivo, per aiutarlo a ritrovare un equilibrio quanto prima. Bisogna metterlo nella posizione di poter esprimere quello che è successo e quello che ha provato dal punto di vista emotivo. In questo modo, dando alle cose il giusto peso e alle persone la giusta responsabilità, è un trauma che si può superare. Anche la famiglia ha un ruolo fondamentale nel far capire che è successo qualcosa di imprevedibile ma che non deve essere di ostacolo o un freno a tutto il resto». —


 

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