La Regione: «Pronti a gestire la Udine-Tarvisio in caso di revoca ad Autostrade»

PALMANOVA E se scattasse la revoca della concessione ad Autostrade, a causa del tragico crollo genovese? Cosa ne sarebbe allora della tratta dell’A23, gestita dalla società sotto tiro, più esattamente quella tratta che da Udine-viale Venezia porta a Tarvisio (e viceversa)?
Ieri, al vertice sicurezza di Palmanova, l’assessore regionale alle Infrastrutture e Territorio Graziano Pizzimenti ha chiamato subito caffè e, qualora prendesse corpo l’ipotesi revocatoria definita ancora “futuribile”, si è dichiarato «assolutamente favorevole all’eventuale subentro della Regione nella gestione, in linea con quanto si sta facendo sulla partita che riguarda Autovie Venete». Sì, quindi, a un ritorno della mano pubblica tra Udine e Tarvisio, a quasi vent’anni dal disimpegno tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio con il progressivo passaggio di Autostrade dall’Iri a un pool di investitori privati capitanati da Gilberto Benetton. Quando Pizzimenti parla di mano pubblica regionale, fa riferimento al naturale braccio operativo dell’amministrazione, cioè alla concessionaria Autovie Venete, che in merito alla A 23 già si occupa della porzione Palmanova-Udine. Va inoltre chiarito che l’eventuale subentro non sarebbe assolutamente automatico, in quanto dal punto di vista tecnico la gestione transiterebbe nell’immediato ad Anas. Comunque è da rimarcare la pronta disponibilità del soggetto istituzionale a rilevare con la sua controllata la conduzione dell’Udine-Tarvisio: al vertice palmarino per Autostrade presenziava il responsabile tecnico del 9° tronco, Andrea Favalessa, il quale - ovviamente - non ha replicato sul punto. E ha ricordato che, tra diretti e indotti, sulla Udine-Tarvisio ci campano circa 150 persone. Ricordiamo che le tre fasi dell’A 23, per un totale di quasi 120 km, furono realizzate nell’arco di vent’anni tra il 1966 e il 1988.
Come si accennava in precedenza, ieri mattina il vicepresidente della Regione Fvg, con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi e il collega Pizzimenti hanno convocato i responsabili di società ed enti che gestiscono la struttura viaria del Friuli Venezia Giulia. La tragedia genovese ha sollecitato un supplemento di attenzione infrastrutturale. Nella sede della Protezione civile sono così affluiti Maurizio Castagna (Autovie), Giorgio Damiani (Fvg Strade), Pierpaolo Di Marco (Anas), Andrea Favalessa (Autostrade). Il panorama, disegnato durante il vertice, ha suggerito agli amministratori regionali una certa «tranquillità» sulla situazione di ponti, viadotti, gallerie: sono 4 mila i punti “sensibili”, controllati e monitorati da chi di competenza.
Anche se non vi sono emergenze - hanno detto Riccardi & Pizzimenti - si sta provvedendo o si dovrà comunque provvedere a interventi ritenuti prioritari. Tre sono in capo a Fvg Strade: il ponte sul Fella in Carnia, il ponte di Dignano sul Tagliamento, il ponte sul Meduna nel Pordenonese. Il presidente di Autovie, Castagna, individua due punti da tenere sotto particolare controllo: il ponte sul Tagliamento, che vedrà la prima campata completata entro l’anno, e il nodo di Palmanova, i cui lavori vedranno il termine entro il 2020. Per il resto la verifica straordinaria, risalente al marzo 2017 in concomitanza con il rinnovo della concessione, ha riguardato circa 1350 opere, era stata svolta “in contraddittorio” con il ministero delle Infrastrutture senza che fossero rilevati problemi. La questione più impegnativa per Autostrade - ha ricordato Andrea Favalessa - è lo svincolo di Gemona, in procinto di essere cantierato a gennaio 2019: tra Udine e Tarvisio la concessionaria segue 50 viadotti, 20 cavalcavia, 35 gallerie.
Pizzimenti gradua gli interventi da fare in urgenti, meno urgenti, ordinari. Sommando Autovie, Fvg Strade, Autostrade, Anas, servirebbero complessivamente - è la stima orientativa di Riccardi - alcune decine di milioni di euro. La Regione chiede ai gestori progetti di pronta cantierabilità qualora il governo nazionale decidesse il varo di un piano di investimenti in tema di sicurezza infrastrutturale. Per le opere di più pressante necessità vanno trovati 3-4 milioni.
Fvg Strade conta di mettere in gara entro il 2018 una soluzione per lo snodo dei “tre noci” a Sistiana, ritenuta una priorità. Pierpaolo Di Marco, a nome di Anas, valuta positivamente le condizioni della Grande Viabilità triestina, che serve il porto e che corre sopra rione popolosi.
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