La ristorazione a Panzano è di casa e “Ai campi di Marcello” si allarga

Accanto alla rinascita di bar e tavole calde la locanda acquista in piazzetta l’ex officina per biciclette
Bonaventura Monfalcone-16.12.2019 I campi di marcello-Locanda-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-16.12.2019 I campi di marcello-Locanda-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura



Con la sua storia secolare e l’attitudine all’accoglienza nel campo della ristorazione la Locanda Ai campi di Marcello punta a lasciare un segno pregnante nel prossimo biennio. Il titolare dell’attività – uno degli esercizi di punta per la cucina di pesce in città – Denis Pedranzini ha acquisito la vicina bottega di biciclette e punta ad ampliare il locale in via Napoli, portando una ventata di novità a Panzano. Rione operaio che, a differenza del centro, dopo l’importante riqualificazione avviata dalle precedenti amministrazioni non solo non ha perso smalto, ma ha visto anche la rinascita di bar, piccole tavole calde e trattorie popolari, che si alimentano dell’insaziabile turn-over di presenze legate alla cantieristica, in costante crescita per l’acquisizione di commesse navali. Un pullulare di anime che, a fine turno, si riversa e spende nel quartiere. Una birra, un panino, un pacchetto di sigarette: acquisti anche modesti, ma costanti e continui, che alla fine gonfiano i registratori di cassa.

Così chi ha un’attività a Panzano non solo non chiude, ma investe. È il caso del ristorante ai Campi – piatto forte il risotto di mare, ma anche alcune rarità per il nostro territorio, come le moeche di Chioggia, quand’è stagione – dove il proprietario ha allestito un nuovo cantiere per rendere intanto agibili i locali di primo ’900, recentemente incamerati, e poi per riqualificarli ampliando l’esercizio. Si tratta di uno spazio di circa 80 metri quadri, dove gli operai hanno fatto di recente riaffiorare al grezzo le mura originali. Uno dei progetti in ballo, come spiega Denis Pedranzini, classe 1971, subentrato a papà Mario, spirato l’estate di sei anni fa, è quello di trasformare quegli spazi ora messi in comunicazione con le stanze del ristorante in una struttura luminosa, per filosofia architettonica assimilabile a un bistrot francese. Quindi vetrate, soffitti alti, spazi che si affacciano all’aperto e, nello specifico, all’adiacente piazzetta. «Un’area carina – sottolinea il titolare – che si presta a essere sfruttata anche per dedicare a quest’angolo menù meno tradizionali e più ricercati». «Bisognerà vedere se quello che ho in testa – conclude – potrà risultare fattibile, anche da un punto di vista burocratico». La conduzione delle famiglia Pedranzini prosegue dal 1983, ma la locanda è lì da un secolo, sicché il locale di Panzano potrebbe a buon diritto fregiarsi del titolo di esercizio storico, sennonché l’antica licenza è legata alla parallela attività di locanda (ci sono anche 14 camere)e in passato, per cavilli, la targa non poteva essere concessa a strutture alberghiere. Chissà se nel frattempo qualcosa è cambiato. —



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