La “Sacra Osteria” sfrattata dal Comune deve pagare 55mila euro

La titolare Sofija Cunja: «Venderò la licenza per saldare il debito. Troppe spese e tasse, non ce la facciamo più»
Di Laura Tonero
Lasorte Trieste 27/02/14 - Campo Marzio, Sacra Osteria
Lasorte Trieste 27/02/14 - Campo Marzio, Sacra Osteria

Il Comune di Trieste sfratta la Sacra Osteria di Campo Marzio, uno dei locali storici di Trieste. L' amministrazione ha dovuto ricorrere a questa azione estrema causa morosità. Da anni gli affitti dal locale da circa 700 metri quadrati non vengono saldati con regolarità. «Dobbiamo al Comune 55 mila euro, - ammette disperata la titolare del ristorante, Sofija Cunja - e io non riesco più nemmeno a dormire causa i debiti. Ho deciso di mettere in vendita la licenza e l' avviamento della Sacra Osteria proprio per riuscire a pagare quanto devo e stare con la coscienza in pace».

La delibera con la quale la giunta comunale ha dato il via libera all'azione di sfratto dell'immobile di Campo Marzio 13, è datata 14 febbraio 2013. L' inizio del contratto di locazione risale al 19 giugno 2009, con una firma tra l' amministrazione comunale e Remigio Radanich che allora guidava la società Sacra Osteria snc. Una gestione che registro alcuni problemi, incluso quello con la Guardia di finanza che nel novembre del 2011 aveva scoperto che metà dei camerieri del locale lavorava in nero. È nel dicembre dello stesso anno che il ristorante passa nelle mani di Sofija Cunja.

«Questa società si è resa morosa nella corresponsione dei canoni di locazione - si legge nella delibera comunale - e malgrado gli inviti rivolti e gli impegni assunti, la posizione non è stata sanata. Il protrarsi di tale situazione - continua il documento - comporta un danno economico per l'amministrazione che pertanto intende promuovere un'azione legale innanzi al Tribunale di Trieste per rientrare nella piena disponibilità dell' immobile di proprietà dl Comune». Ci vorranno alcuni mesi, ma la società che oggi gestisce il locale dovrà andarsene. E la titolare lo sa bene. «Non ho nessuna intenzione di sottrarmi alle mie responsabilità e farò di tutto per pagare fino all' ultimo euro al Comune - dichiara - ma la situazione è veramente difficile. La crisi del nostro settore è pesantissima. Nemmeno un locale come il mio, che di base ha ottime potenzialità, riesce a farcela. I funzionari del Comune hanno dato parere sfavorevole alla mia decisione di vendere la licenza - sostiene Cunja - ma lo studio legale al quale mi sono rivolta mi ha assicurato che farà da tramite nella trattativa: solo con quella cessione riesco a far fronte ai debiti». Carte alla mano, Cunja elenca solo una parte dei pagamenti che è costretta ad affrontare. «Una dietro all' altra mi vedo arrivare le cartelle di 15 mila euro per la tassa della spazzatura, 10 mila euro di gas - elenca - e poi 8 mila per la luce. Oltre ai fornitori, le paghe dei dipendenti, la manutenzione del locale, l'Iva». La Sacra Osteria gode di buone recensioni da parte dei suoi avventori. Ideale per un veloce spuntino, per un pranzo o una cena a base di carne o pesce e adatto ad ospitare anche numerose comitive di turisti o di ragazzi in gita scolastica. Ma ormai, anche chi riesce ad avere clienti, lavoro e una certa professionalità non riesce a galleggiare in un mare pieno di tasse e costi in costante aumento.

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