La seconda vita delle 1820 tonnellate di scarti conferiti

Russo (Isa): «Tutto viene raccolto e differenziato per essere rivenduto ad altre società, che li riutilizzerà per costruire nuovi prodotti»
Bonaventura Monfalcone-28.09.2019 Ecopiazzola-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-28.09.2019 Ecopiazzola-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura



Ben 1820 tonnellate di rifiuti, negli ultimi anni, sono state accumulate nel centro raccolta Isa Ambiente di Monfalcone in via Consiglio d’Europa. Ma tutti questi prodotti di scarto dove vanno a finire? Qual è il loro destino? «È ancora diffuso il falso mito secondo cui tutti i rifiuti vengono bruciati o portati in discarica – spiega Stefano Russo, responsabile della comunicazione di Isa Ambiente – ma in realtà la situazione è ben diversa». Gli oggetti raccolti e differenziati nel centro vengono infatti venduti ad altre società, che li riutilizzeranno per costruire nuovi prodotti.

Isa Ambiente individua dunque gli enti a cui vendere i materiali scartati dai cittadini tramite il Consorzio nazionale imballaggi (Conai). «Grazie ai pezzi venduti si riesce ad abbassare le tasse delle immondizie nei Comuni – spiega Russo – e di conseguenza si abbattono i costi della bolletta dei cittadini».

Più le persone saranno virtuose e attente nella raccolta differenziata e più sarà dunque possibile recuperare e vendere la maggior parte degli oggetti scartati nel centro di Isa Ambiente. Ecco dunque che la raccolta differenziata non comporta solo un vantaggio ambientale, ma anche economico. Quali sono però i materiali che producono la maggior quantità di immondizia? I rifiuti più pesanti sono sicuramente quelli che derivano dai lavori di ristrutturazione e raggiungono le 535 tonnellate: ogni famiglia può smaltire 500 chili all’anno di calcinacci, mentre il cartongesso non può essere portato nel centro raccolta.

Al secondo posto, per quantità e peso, i prodotti maggiormente scartati dai cittadini sono i mobili: 523 tonnellate di legno e 285 di ingombranti, ovvero mobili fabbricati con diversi tipi di materiali che non si possono dividere, come nel caso di materassi e divani. Il terzo prodotto di scarto sono le apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso che raggiungono le 136 tonnellate, strumenti ormai fondamentali nella quotidianità ed eliminati in gran numero per far spazio a tecnologie sempre più nuove. Una grossa quantità di carta e cartone si aggira attorno alle 90 tonnellate e i metalli invece raggiungono le 86 tonnellate.

Ci sono inoltre 32 tonnellate di vetro e 30 di plastica, compresi gli imballaggi, i nailon e il polistirolo. Le vernici, gli inchiostri, gli adesivi e le resine invece si aggirano attorno alle 21 tonnellate. Seguono poi 10 tonnellate di rifiuti biodegradabili, 9 di imballaggi in materiali misti e 6 di pneumatici fuori uso. Non manca poi in quantità decisamente minore la raccolta di olio vegetale di frittura o minerale dei motori, di pile e accumulatori, di verde e ramaglie, di estintori e gas in contenitori a pressione, a eccezione delle bombole a gas. Vengono raccolti anche stracci, ma non indumenti, e non vengono accettati l’umido e il secco. —



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