La Spaghettoteca all’Argine di Fiumicello chiude dopo quarant’anni

Il lavoro è in continuo aumento ma il personale non si trova. Il titolare Fabio Montagner ha deciso pertanto di spegnere

per sempre le insegne

Francesca Artico
Fabio Montagner, titolare della Spaghettoteca all’Argine
Fabio Montagner, titolare della Spaghettoteca all’Argine

Il lavoro è in continuo aumento ma manca il personale. Fabio Montagner, titolare della Spaghettoteca all’Argine di San Valentino di Fiumicello, chiude quindi l’attività.

Domenica 8 dicembre, dopo quasi quaranta anni di attività nella ristorazione, il locale di via Isonzo 42 con annessa rivendita di tabacchi e bar, chiude i battenti, tra il dispiacere generale.

La Spaghettoteca, ha rappresentato per Fiumicello un punto di incontro e socializzazione, ma anche un luogo di cultura in cui venivano presentati libri e mostre, tanto da farla diventare un riferimento importante per tutto il territorio.

Come spiega Montagner, che ha gestito il locale assieme alla moglie Ondina Bazzeo, «purtroppo la situazione che si era profilata in questi ultimi anni era questa: il costante aumento del lavoro e la grande difficoltà nel reperire personale che si adattasse ai nostri turni di lavoro. Questa – sottolinea – è ormai una costante e io e mia moglie, ormai in pensione, non ce la siamo sentita di andare avanti, visti i ritmi. I figli hanno scelto altre strade, per cui abbiamo deciso, seppur a malincuore di prendere questa decisione».

Montagner non lo dice, ma da quell’inizio del 1986, quando decise di avviare una professione in un settore come quello della ristorazione, non avrebbe certo sperato di avere tanto successo: il suo locale è stato uno dei posti più amati dai clienti dell’Isontino, che li avevano trovato un ambiente tranquillo in cui mangiare bene. Ma soprattutto ha fatto della pasta il suo cavallo di battaglia facendola diventare anche “un piatto unico e importante”, per il quale arrivavano clientti da ogni dove.

È un’ondata di ricordi quella che attanaglia il sindaco di Fiumicello Villa Vicentina, Alessandro Dijust, parlando di quel locale che ha sempre frequentato. «Ci andavo da bambino con il nonno – racconta –. È un luogo storico, caratteristico, in cui la cordialità e la gentilezza della famiglia Montagner erano l’input con cui il locale veniva gestito. Fiumicello perde un punto di aggregazione importante». —

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